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Emergenza Migranti, don Francesco Marcoaldi: “Non posso chiudere la parrocchia, loro mi hanno dato il cuore”

Ventimiglia. Papa Francesco non lo sa ancora, ma a Ventimiglia vive un religioso che ha le sembianze di un angelo che protegge i migranti. Si chiama padre Francesco Marcoaldi, ha 72 anni, ma per 37 lunghissimi anni, ha vissuto tra le missioni in Paesi lontani migliaia e migliaia di chilometri dalla bella Riviera dei Fiori. Un religioso che, in piena emergenza, ha subito aperto le porte della casa di Dio. Lo ha fatto senza esitazione quando ha capito che un centinaio di disperati, senza forze e senza speranza rischiavano di essere spediti chissà dove. “Sono stato nelle missioni per 37 anni. Ho conosciuto donne, bambini, uomini che vivevano in villaggi molto poveri che hanno conosciuto le sofferenze e le tragedie della guerra. Mi hanno dato il loro cuore in quelle missioni come io ho avevo dato il mio – racconta – Quando mi hanno detto di accoglierli nella mia parrocchia non ci ho pensato minimamente”.

Padre Francesco Marcoaldi, frate della congregazione dei Figli di Maria Immacolata, nella Chiesa di San Nicola da Tolentino, le porte della casa di Dio le ha aperte nel momento di massima tensione. “Vivevano sul greto del Roja, piangevano e pregavano. Sapevano che non sarebbero rimasti lì a lungo”, racconta. Padre Francesco, come un angelo custode, ha iniziato a prepararsi di buon mattino a gestire l’emergenza. Nella chiesa di Ventimiglia che gestisce ha organizzato come poteva l’accoglienza: “I migranti resteranno qui sino a quando non sarà trovata una soluzione. Ho detto loro che se dovesse arrivare la polizia non devono fare resistenza e mi han garantito che tutto filerà liscio”.

Padre Francesco ha parlato a lungo col vescovo Antonino Suetta. Quindi ha aperto il salone della parrocchia. “Ai pasti ci penserà la Caritas, io e i miei collaboratori, per quanto possibile all’assistenza”

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