Ventimiglia. L’emergenza migranti è anche una grande prova di solidarietà. Ventimiglia paese multietnico, senza guardare il colore della pelle, senza pensare alla lingua diversa, riflettendo semmai sulle tragedia che ognuno degli stranieri racconta superando anche la morte. Ognuno aiuta, ognuno dona quel che può a questi gruppi di disperati arrivati in città dopo un lungo calvario.
Un’emergenza diventata anche sociale. Dopo la chiusura del centro di accoglienza deciso dal Viminale, lo sgombero della tendopoli dal Roja e le porte aperte in chiesa, si mobilitano i cittadini. Una solidarietà silenziosa ma importante: chi porta scarpe e pantaloni, chi maglie e calzoncini, ma anche pasta, riso, di tutto un po’. Pochi o nessuno conoscono gli aspetti più reconditi e crudeli di questo “traffico”, ma – come tanti cittadini – abbiamo la sensazione che dietro vi sia un “grande imbroglio”, un groviglio d’interessi economici illeciti che prosperano facendo leva sulla disperazione degli immigrati e sulla genuina solidarietà dei ventimigliesi che continua al di là dei pregiudizi.
Nel frattempo é iniziato il Ramadan anche per i migranti arrivati fino a qui dopo un lungo viaggio. Fino al prossimo 5 luglio i musulmani pregheranno. Potranno mangiare soltanto dalle 10 di sera alle 4 del mattino mentre durante la giornata dovranno astenersi. Chi vorrà pregare sarà libero di farlo. Non ci sono divieti, anzi. E continuerà l’assistenza da parte dei tanti volontari della locale parrocchia, della Croce Rossa e della Caritas per aiutare gruppi di profughi arrivati in questo lembo di Liguria con l’obiettivo di proseguire il viaggio verso la Costa Azzurra. alcuni di loro ieri sono stati avvistati lungo la scogliera: testa rivolta verso la Mecca e tappeto per pregare e appunto sperare che le maglie della politica si possano allargare per continuare il cammino in Francia.