Dal Tenco dei migranti si alza la voce: “Restate umani”

Dal Tenco dei migranti si alza la voce: “Restate umani”

Sanremo. Brani a tinte forti, sonorita’ dure, cadenzate, talvolta d’impatto rock e altre avvolgenti come pura e intensa poesia. Ieri sera il secondo atto del Premio Tenco 2016 ha restituito alla platea dell’Ariston uno degli appuntamenti piu’ alti della canzone d’autore internazionale e con esso il profondo e implacabile grido: “Restate umani”.

Sulla guida dell’inossidabile Antonio Silva, il sipario si e’ aperto con la consegna a Claudia Crabuzza della Targa Tenco miglior disco in dialetto e/o lingue minoritarie; ovvero per l’album “Com un soldat” che in una lingua antica e autoctona, l’algherese (o catalano di Alghero),  ha riempito il teatro raccontando la storia di una donna-madre-combattente di fronte alle innumerevoli sfaccettature della vita. Il tutto restituendo agli astanti straordinarie interpretazioni melodiche sui grandi temi della ragione e della speranza, dell’amore e del desiderio, della guerra quotidiana con antichi dolori e buchi che non si riempiono.

Temi importanti, gli stessi che hanno dato significato alla ricerca timbrica, strumentale ed espressiva che successivamente ha caratterizzato l’esibizione di Gianluca Secco. Il giovane cantautore friulano ha infatti regalato un one man show di spessore miscelando musica, poesia e teatro. Applauditissimo, soprattutto quando ha stimolato la riflessione con un monologo sull’Europa di ieri; l’Europa del “Muro di Berlino” poi “abbattutto in nome della pace, dell’uguaglianza, dell’integrazione fra i popoli”; quello stesso “muro” oggi rinato nelle forme di “un nuovo confine apparente, il mare che inghiotte barconi, relitti e intrusi”. Secco ha rivelato un’inedita sensibilita’ musicale e umana, tanto da aggiudicarsi il Premio Club Tenco/NuovoImaie, assegnato a un interprete emergente presente in Rassegna.

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