Economia

Bolkestein, Vaccarezza (Forza Italia): “4 date per dire no al ddl ammazza imprese”

Bolkestein, Vaccarezza (Forza Italia): “4 date per dire no al ddl ammazza imprese”

Liguria. “Ho aderito con entusiasmo all’iniziativa di “Donnedamare” del Tour per dire NO al DDL ammazza imprese. Quattro date per parlare insieme ai rappresentanti di tutte le categorie colpite dalla direttiva Bolkestein; la Liguria si ribella all’imposizione assurda da parte dell’Europa di una normativa che rischia di spazzare via trentamila imprese balneari italiane, ma non solo: in pericolo anche le categorie di ormeggiatori, taxisti, ambulanti, pescatori; tutto con la complicità di un Governo rimasto inerte, immobile di fronte all’applicazione di una legge scellerata, senza capo né coda, che non tiene conto delle differenze di ogni territorio.
Ecco perché è nata l’idea di un Tour che precederà una grande manifestazione per il prossimo 15 marzo a Roma”.

Sono queste le dichiarazioni di Angelo Vaccarezza, Capogruppo di Forza Italia in Regione Liguria, nell’annunciare la partenza della prima fase di “La Liguria si ribella”. “Si tratta di un Tour, un viaggio itinerante in quattro tappe alle quali parteciperò insieme all’Assessore regionale Marco Scajola e a Bettina Bolla, Presidente dell’Associazione Donnedamare”.

Non è tutto: dopo la manifestazione di Roma anche il Levante Ligure sarà coinvolto attivamente in questa grande mobilitazione, con l’obiettivo di far rete su tutto il territorio per rendere la protesta delle aziende in pericolo ancora più forte. “Si tratta di un progetto che ha ampie possibilità di sviluppo non solo nella provincia di Savona – spiega Vaccarezza – pochi giorni fa ho avuto il piacere di confrontarmi con il Presidente dei Balneari di Rapallo, Alessandro Cuore ed il Presidente dell’Ascom di Rapallo, Costanzo Rocco; insieme a loro è nata l’idea di concludere questo ciclo di incontri proprio nella cittadina del Tigullio. A Rapallo però il tema sarà ampliato ai massimi livelli, con incontri dedicati a tutti quei comparti che vengono vessati da normative europee che, di fatto, consentono la concorrenza sleale. È proprio il settore del commercio il primo a subire questa situazione: la vendita di beni online costituisce una vera e propria concorrenza non allineata, essendo esente dal pagamento di affitti e tasse, Iva, Tari, Tasi e Imu. È il momento di andare a Roma e far sentire la nostra voce più forte che mai. Le imprese del nostro Paese non devono sopravvivere, devono VIVERE e avere gli stessi diritti delle aziende europee che guadagnano facendo commercio di beni e servizi nel nostro Paese e nel nostro paese devono pagare le imposte”.

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