Imperia città del silenzio? Ecco la “Headphone Party & Silent Show” dopo proteste e lamentele

Imperia città del silenzio?  Ecco la “Headphone Party & Silent Show” dopo proteste e lamentele

Imperia, città auto-silenziata, presenta: “Headphone Party & Silent Show”. La festa si terrà il 1 settembre a due settimane dall’inizio dell’anno scolastico e sarà un evento per chiudere in nodo originale l’estate in città. Ma l’iniziativa, ideata da Fiorenzo Runco, direttore del Videofestival di Imperia, vuole essere una risposta alle lamentele di coloro che fermare la musica in una città dove lo stesso sindaco Carlo Capacci, più volte, ha sottolineato che “si dovrebbe fare casino”.

La location è altrettanto originale: in cima al molo lungo di Imperia Porto Maurizio. “Eviteremo eviteremo secchiate d’acqua e non recheremo fastidio alcuno”, dicono simpaticamente gli organizzatori. E così dopo che alcuni vorrebbero spegnere Imperia, renderla silenziosa, triste, buia e inospitale un gruppo di persone ha deciso, con tanta ironia da vendere, di accontentarli. “Facciamo festa tutti insieme ma in…religioso silenzio”. Come è nata l’idea? “Gli abitanti non possono pretendere una città senza eventi serali; i locali devono esercitare il proprio diritto a lavorare senza esasperare chi vuole dormire. Ecco allora che abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso contro coloro che vorrebbero mettere il bavaglio agli altoparlanti”, dice Runco.

Ma attenzione quella in programma il 1 settembre non sarà una festa che durerà tutta la notte: si comincia alle 22 e alle 23 si spegne la musica in cuffia. L’orario di termine è stabilito tenendo conto delle ferree abitudini dei residenti e non è quindi derogabile. Per partecipare alla festa “silenziosa” occorre ovviamente essere dotati di uno smartphone carico e di cuffiette. Dopodiché si ballerà tutti insieme al ritmo di ciò che più piace. Alle 22.55 avverrà il saluto alla città mediante l’accensione simultanea delle torce degli smartphone con cui illumineremo simbolicamente il molo. “Il tutto avverrà nel più mesto e assoluto silenzio e la tassa Siae, almeno per una volta, non è dovuta per evidenti ragioni”.

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