Savona. “Sì, lo voglio”. Sulle parole più pronunciate nel mondo si snoda la stagione autunnale dell’Opera Giocosa, che porta in scena i nodi, i groppi, i legami dell’amore, con il consueto campionario di gelosie, inganni, imbarazzo, attese e silenzi e chi più ne ha ne metta.
Ma cosa si cela dietro tutto questo? “Un sistema di comunicazione che si inceppa – spiegano dall’Opera Giocosa – messaggi che si ‘lanciano’ e che risultano storpiati, messaggi che non vengono ascoltati, che vengono interrotti, messaggi che si attendono, che a volte arrivano, a volte tardano, forse alcuni non arriveranno mai. Strategie di comunicazione – come le definiremmo oggi – che spesso risultano poco efficaci”.
Una stagione pensata soprattutto per i giovani – i grandi protagonisti attivi del Progetto Scuole – che, dicono dall’Opera Giocosa, “ritroveranno sul palcoscenico i piccoli meccanismi della quotidianità, trasportati però qualche secolo indietro: dal grande repertorio alle proposte rare del secolo scorso, tutto si gioca sul filo del rasoio e del… telefono”.