Cronaca

Morte di Adele, per il giudice l’acquisto dell’mdma è stato “consumo di gruppo”

Morte di Adele, per il giudice l’acquisto dell’mdma è stato “consumo di gruppo”

Genova. L’acquisto e la successiva assunzione di Mdma che la notte del 29 luglio ha portato alla morte della sedicenne Adele De Vincenzi è stato “consumo di gruppo”. Lo scrive senza indugio in venti pagine di motivazioni il gup Angela Maria Nutini a supporto della sentenza con cui due settimane fa è stato assolto Gabriele Rigotti, 19 anni, amico di Adele che insieme alla fidanzata e al ventenne Sergio Bernardin era con Adele quella sera. Il sostituto procuratore Michele Stagno aveva chiesto 8 anni e otto mesi in abbreviato per morte come conseguenza di altro reato, vale a dire spaccio di sostanze stupefacenti. Rigotti era difeso dagli avvocati Aurelio e Riccardo Di Rella.

Per il giudice come hanno dimostrato gli accertamenti della squadra mobile e gli stessi interrogatori degli altri ragazzi – seppur con qualche contraddizione nell’immediatezza dei fatti dovuta alla paura soprattutto nel caso della fidanzatina di Rigotti, è emerso che “l’acquisto di sostanza stupefacente sia stato concordato da tutti e quattro i ragazzi alcuni giorni prima del decesso di Adele e che gli stessi abbiano concordato di concorrere, almeno a coppie, all’acquisto della sostanza stupefacente per poi concordarla insieme”.

I quattro quella sera erano andati fino a Savignone per acquistare l’mdma e avevano messo 50 euro a testa i due ragazzi e Adele e 25 euro l’amica di Adele. Poi erano andati nell’abitazione di Rigotti in via Corridoni ad Albaro e avevano assunto l’mdma. Dopo avevano deciso di fare un giorno ma all’altezza di via San Vincenzo Adela aveva cominciata a stare male. Sollevata dagli amici che non avevano ritenuto di chiamare i soccorsi, l’ambulanza era poi stata chiamata da uno spazzino. Adele era arrivata all’ospedale Galliera ma dopo poco il suo cuore aveva ceduto.

» leggi tutto su www.genova24.it