Cronaca

Nessuna condanna per Ponente Emergenza: si chiude con un “non doversi procedere” il processo per falso e appropriazione indebita

Nessuna condanna per Ponente Emergenza: si chiude con un “non doversi procedere” il processo per falso e appropriazione indebita

Imperia. Si è concluso con tre dichiarazioni di “non doversi procedere”, davanti al gup Domenico Varalli, il processo per falso ideologico e appropriazione indebita a carico di Pierina Raco (accusata solo di falso), Francesco Biancheri e Anna Maria Ferrara, tutti e tre legati a Ponente Emergenza, la pubblica assistenza con sede a Bordighera, finiti sotto inchiesta nel 2013.

Mentre il reato di falso, contestato a tutti e tre gli imputati e riferito ad alcune sottoscrizioni dell’atto costitutivo di Ponente Emergenza, è andato in prescrizione, per Biancheri e Ferrara, difesi dall’avvocato Marco Bosio, la dichiarazione di “non doversi procedere” è avvenuta per mancanza di querela.

Nei dettagli. Il falso ideologico che era stato contestato ai tre imputati si riferiva alla costituzione della stessa pubblica assistenza nata nel 2007: secondo l’accusa sostenuta dal pm Antonella Politi, sarebbe stata falsa la sottoscrizione di Mauro Manna, che nell’atto appariva con la qualifica di consigliere, mentre quella di un secondo consigliere, Sonia Filice, sarebbe stata carpita. In questo modo Regione, Asl e Comune di Bordighera sarebbero stati indotti in errore sul numero dei soci, requisito fondamentale per l’abilitazione a operare e la pubblica assistenza avrebbe ottenuto l’iscrizione al registro regionale delle associazioni di volontariato e l’autorizzazione al trasporto di malati e infortunati.
L’accusa di appropriazione indebita, contestata a Biancheri e a Ferrara, riguardava invece un profitto di 34 mila 179 euro dichiarato ingiusto dall’accusa.

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