Economia

Slot e sale gioco, Pd e M5S: “Preludio alla sanatoria, anche il Garante bacchetta Toti”

Slot e sale gioco, Pd e M5S: “Preludio alla sanatoria, anche il Garante bacchetta Toti”

Liguria. Minoranze all’attacco in Regione sul provvedimento per le slot machine. “Dopo un anno di immobilismo e di tavoli mai convocati con le associazioni, oggi il centrodestra ha presentato in Commissione il Disegno di legge 192 “Proroga della legge regionale 30 aprile 2012, n. 17. Disciplina delle sale da gioco”, che altro non è se non il preludio a una sanatoria delle sale da gioco esistenti in Liguria – afferma il gruppo Pd in Regione Liguria -. A Toti non interessa combattere la ludopatia, ma lasciare tutto così com’è. E per giustificare l’affossamento dell’ottima legge regionale del 2012 – votata all’unanimità dall’intero Consiglio – prova a farsi scudo dell’accordo Stato-Regioni, che prevede una riduzione del 30% delle sale da gioco. Ma quell’accordo non solo non è operativo visto che manca il decreto attuativo, ma non intacca e anzi fa salve le legislazioni regionali più avanzate, come nel caso del provvedimento ligure che punta a una riduzione delle slot pari a oltre i due terzi dell’esistente”.

“Anche il Difensore civico della Liguria Francesco Lalla, che svolge le funzioni di Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e il responsabile dell’Ufficio Dario Arkel oggi hanno duramente criticato questo disegno di legge, ricordando i gravi effetti dell’azzardo su bambini e adolescenti (visto che con questa proroga si elimina anche il divieto di sale da gioco entro i 300 metri dai luoghi sensibili come scuole, chiese e palestre). Ma anche di fronte a questo appello Toti e la sua Giunta si sono dimostrati insensibili” aggiungono ancora i consiglieri Dem.

“A conferma delle nostre tesi citiamo anche la recente sentenza della Corte costituzionale a seguito del ricorso al Tar presentato da un gruppo di esercenti contro la legge anti slot della Regione Puglia (molto simile a quella ligure). I giudici costituzionali oltre a ribadire la mancanza di un decreto attuativo che rende inefficace l’accordo Stato-Regioni, confermano anche che quel provvedimento non si applicherebbe comunque in caso di norme locali più avanzate. Quindi la scuse di Toti si sciolgono come neve al sole”.

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