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Ospedali ai privati, Rete a sinistra e LiberaMente Liguria replicano a Toti: “Operazione riuscita ma il paziente è morto”

Ospedali ai privati, Rete a sinistra e LiberaMente Liguria replicano a Toti: “Operazione riuscita ma il paziente è morto”

Liguria. Presentate ieri le offerte dei privati per la gestione degli ospedali di Cairo Montenotte, Albenga e Bordighera: il presidente Giovanni Toti l’ha definita “una giornata storica per la sanità ligure”, vedendo in questa mossa “un’iniezione di competitività” e prefigurando scelte analoghe per il futuro ospedale agli Erzelli.

La replica del gruppo consiliare Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria: “La Liguria in vendita agli amici lombardi: la scelta di affidare ai privati 3 presidi ospedalieri è tragica ma annunciata e prevedibile. Ora il rischio è che Toti metta il cartello “vendesi” su tutta la sanità ligure. Come un amministratore delegato che si libera di quote societarie per chiudere i conti alla bell’e meglio– dichiarano il capogruppo Gianni Pastorino e il consigliere Francesco Battistini -. Per la serie “operazione riuscita, ma il paziente è morto”: questo per dire che per far quadrare i conti si batte la strada più facile, smantellare il servizio pubblico. Di questo passo, una volta che tutto sarà destrutturato, il privato sarà libero di dettare le sue condizioni e i suoi prezzi. Non serve molta fantasia: basta vedere quello che succede in altri Paesi“.

Se vogliamo rendere più competitivo il nostro sistema sanitario, bisogna andare nella direzione opposta a quella tracciata da Toti. Bisogna investire di più nel comparto operativo, non nelle strutture dirigenziali come avvenuto ad esempio per Alisa –sottolineano Pastorino e Battistini -. Oggi i numeri dimostrano che la linea del centrodestra al governo è fallimentare. Da dicembre 2014, infatti, il nostro sistema sanitario regionale ha perso 172 medici e più di 500 fra infermieri, oss e tecnici, come ha reso noto martedì Fp Cgil. La forza lavoro negli ospedali si è ridotta del 30% negli ultimi 10 anni. Risultato: prestazioni ridotte, servizi ridimensionati e liste d’attesa più lunghe”.

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