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La denuncia di Ata Pc: “Turisti in fuga spaventati dai cartelli di pericolo per la caccia al cinghiale”

La denuncia di Ata Pc: “Turisti in fuga spaventati dai cartelli di pericolo per la caccia al cinghiale”

Borghetto Santo Spirito. “Un gruppo di turisti piemontesi, provenienti da Alessandria e da Torino, oggi sono venuti in Liguria, tra Borghetto e Pietra Ligure, con l’intenzione di fare un’escursione e poi gustare piatti tipici del territorio. Giunti a Borghetto Santo Spirito l’amara sorpresa: all’inizio del sentiero che conduce sul monte Piccaro e al castello Borelli, percorso molto scenografico e di grande interesse turistico, un cartello affisso dall’Ambito Territoriale di Caccia segnala pericolo per battuta di caccia al cinghiale. Considerata la recente tragedia del ragazzo ammazzato ad Apricale, i turisti si sono spaventati e subito allontanati”. A raccontare l’episodio è la ATA PC Savona (Associazione Tutela Ambiente Protezione Civile).

“Hanno provato a cambiare percorso – spiegano – provando vari sentieri sino a a Pietra Ligure, ma con identico risultato. Ogni percorso della sentieristica riporta lo stesso minaccioso cartello. A quel punto, indignati, hanno deciso di abbandonare la Liguria e sono ripartiti, rinunciando anche alla cena al ristorante. Quindi, hanno avvertito la nostra Associazione lamentandosi di questa situazione assurda. Abbiamo subito effettato una verifica e notato che questi cartelli non indicano una data precisa per la battuta al cinghiale, bensì tutti i mercoledì e tutte le domeniche: sembra di assistere ad un’occupazione armata del territorio, che di fatto viene sottratto al pubblico uso. Evidentemente non si tiene neppure conto del fatto che i turisti, guarda caso, arrivano in Liguria proprio la domenica”.

“Durante il nostro sopralluogo abbiamo incontrato coppie con cani, famiglie, ciclisti, escursionisti, che erano indecisi se proseguire o meno, desiderosi ovviamente di godersi la natura e non perdere la giornata, ma con il terrore di venire ammazzati per una gita – raccontano dall’associazione – Questa situazione non è assolutamente tollerabile. Qui non si tratta di essere favorevoli o contrari alla caccia, ma di essere ragionevoli e di gestire il territorio in modo intelligente. Si tratta di non calpestare i diritti della stragrande maggioranza dei cittadini per privilegiare una sola categoria. I sentieri sono patrimonio di tutti: cercatori di funghi, raccoglitori di castagne, ciclisti, runner, escursionisti, famiglie, turisti e residenti. Soprattutto in una Regione che vive esclusivamente di turismo, è pazzesco pensare di chiudere la rete escursionistica la domenica”.

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