Economia

Trucco: il gioco degli emigrati liguri che somiglia al Poker

Trucco: il gioco degli emigrati liguri che somiglia al Poker

Il Trucco o Truco (in spagnolo) è un gioco di carte che ha origini antichissime. Sembra che furono gli arabi ad inventarlo (nel basso medioevo esisteva una versione diffusa nella Spagna moresca chiamata truk o truch) e le ragioni linguistiche della sua etimologia derivano proprio dai trucchi che vengono tradizionalmente usati per spiazzare gli avversari nelle giocate. La legenda narra che questo antesignano del Poker nacque quando dei bambini rubarono un mazzo di carte a degli anziani, ritagliandone poi le figure (cavalli, fanti e re) e usando gli assi come premio delle loro simulazioni guerresche. Ritrovandosi con un mazzo mutilato, gli anziani giocatori fecero di necessità virtù e inventarono un nuovo gioco con delle regole particolari dovute al numero limitato di carte. Dopo la cacciata dei mori e a seguito della reconquista, gli spagnoli adottarono questo gioco che divenne molto popolare in particolare nei territori del regno d’Aragona.

Del resto proprio la Spagna nel medioevo fu in certo senso precorritrice nel campo degli “svaghi” grazie al manuale “Il Libro dei giochi” di Alfonso X, primo codice europeo nel quale vennero illustrate le regole degli scacchi, dei dadi e dell’alquerque, antenato storico del backgammon. Il Trucco tuttavia non venne mai ufficialmente decodificato per via di un certo alone di segretezza che circonda da tempo immemore questo gioco di carte. Ad esempio, nella parte meridionale della penisola Iberica e in particolare a Murcia, per tradizione il Trucco non viene insegnato oralmente e pertanto i nuovi adepti sono costretti ad impararne le regole, osservando i giocatori più esperti (uno dei motivi per cui, proprio da queste parti, il gioco sta lentamente scomparendo).
In passato l’espansione geografica del regno d’Aragona portò il Trucco anche in Italia, in particolare in Sardegna e in Calabria dove da alcune parti è ancora praticato (nel comune calabrese di Caloveto e in quello sardo di Paulilatino, il gioco è tutt’ora ampiamente diffuso). Quello che forse non tutti sanno è che anche la Liguria di Ponente, che in passato ha avuto poco o nulla a che fare con il regno d’Aragona, ha una sua tradizione di Trucco risalente ai primi anni del 20° secolo.
Con i conquistadores e seguendo l’epopea della conquista spagnola del Sud America, il Trucco ha preso piede in tutta l’area latina ed è praticamente anche oggi diffuso in tutto il continente. Gli emigrati liguri che già dalla fine del 1800 iniziarono a trasferirsi in Sud America, in particolare in Argentina, dove c’era bisogno di manodopera specializzata in un paese in piena evoluzione industriale, iniziarono ad apprendere dai locali le regole del gioco. Alcuni di loro, imbevuti di questa nuova conoscenza, tornarono in patria nei primi del ‘900 (circa trentamila liguri rimpatriarono dal 1905 al 1925) soprattutto per la concorrenza degli emigranti provenienti da Olanda e Portogallo e per la mancanza di protezione dei loro interessi da parte del governo italiano di allora. Fu così che dal quartiere popolare di Boca a Buenos Aires (area dall’altissima densità migratoria di origine ligure), il Trucco venne tramandato dagli emigrati “di ritorno” e si diffuse a macchia d’olio nel territorio. Questa disciplina oggi è particolarmente praticata a Varazze, Sessarego, Bogliasco e in alcuni quartieri di Genova.

Marina di Varazze

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