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Frida, sangue di pesce e Ballarò

Frida, sangue di pesce e Ballarò

Frida, mia amata,
ho passato giorni in attesa di questo incontro: emozionata, confusa, rapita.
Pregustavo la tua presenza, l’impatto che i tuoi occhi di ossidiana avrebbero avuto sul mio cuore già accelerato dalla eccitazione dell’incontro, il pugno allo stomaco della tua arte, del tuo dolore, del tuo coraggio.

Ho percorso la strada bollente di Palermo che mi teneva lontana da te con la stessa frenesia con la quale si corre da un’amante.
Avevo scelto l’abito per te. Il profumo per te. Avevo cosparso il mio corpo di olio lucente.

Io volevo piacerti, Frida.
Ma non mi sei piaciuta tu.
No, non tu, amata creatura, ma la frammentaria e inanimata rappresentazione di te di una mostra deludente e senza cuore.

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