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A Ventimiglia Piera Aiello, il simbolo della lotta alle mafie parla agli studenti del Fermi Polo Montale

A Ventimiglia Piera Aiello, il simbolo della lotta alle mafie parla agli studenti del Fermi Polo Montale

Ventimiglia. Gli studenti dell’Istituto superiore Fermi Polo Montale di Ventimiglia hanno ascoltato oggi la testimonianza di Piera Aiello, 52 anni, testimone di giustizia diventata simbolo della lotta alle mafie tanto da essere inserita nella classifica stilata dalla BBC tra le 100 donne più influenti del mondo.

Stamani i ragazzi hanno avuto modo di ascoltare la storia di Piera, costretta a sposare il figlio del boss don Vito Atria, che gli impone il ‘vossia’ in segno di rispetto. Inizia qui la ribellione della giovane, all’epoca 17enne, che si rifiuta di dare del ‘voi’ a un uomo che non è suo padre: «Ai miei genitori davo del tu – racconta. – Non capivo perché dovevo dare del voi al padre del mio ragazzo».

Nata a Partanna, in provincia di Trapani, la donna ha visto la sua vita cambiare nove giorni dopo il suo matrimonio, il 18 novembre 1985: «Ero ancora in viaggio di nozze, quando hanno ammazzato mio suocero – dice ai ragazzi – Da quel giorno mio marito, Nicola, ha giurato vendetta».  Droga e armi in casa sua non ne ha mai voluti: «Mio marito li portava in casa, io li facevo sparire. Quando se ne accorgeva mi massacrava, ma io quelle cose in casa mia non le volevo», ha raccontato la donna davanti a un centinaio di studenti che l’ascoltavano attentamente.

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