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Da Savona al Vaticano: Francesca Di Giovanni prima donna a essere nominata sottosegretario

Da Savona al Vaticano: Francesca Di Giovanni prima donna a essere nominata sottosegretario

Savona. E’ Francesca Di Giovanni, 67 anni, nata a Palermo ma cresciuta a Savona, la nuova sottosegretario scelta da Papa Francesco per la Sezione Rapporto con gli Stati. Avrà il compito di seguire il settore multilaterale: si tratta di una nuova carica nella Segreteria di Stato (va ad aggiungersi a quella del monsignore polacco Miroslaw Wachowski, che da ora seguirà specificamente la diplomazia bilaterale) e rappresenta un fatto storico, dato che Di Giorni è ufficialmente la prima donna nella storia a ricoprire un ruolo di questo livello in Vaticano.

Di Giovanni, laureata in Giurisprudenza, lavora nella Segreteria di Stato vaticana da 27 anni e si è occupata soprattutto di temi come i migranti, il diritto internazionale umanitario o la condizione della donna. Un legame, quello della 67enne con la fede, nato con il movimento dei Focolarini (lo stesso della Beata Chiara Luce Badano di Sassello). Nata a Palermo, ha trascorso l’infanzia a Savona dove il padre si era trasferito per esercitare la professione di notaio. Dopo aver frequentato le elementari presso le Suore della Neve ha studiato prima alle medie Boselli e poi a liceo classico Chiabrera. Sotto la Torretta vive anche il fratello Marco Di Giovanni, che attualmente ricopre la carica di viceprefetto.

“E’ la prima volta che una donna ha un compito dirigenziale in Segreteria di Stato – ha detto a Vatican News (qui l’intervista integrale) – Il Santo Padre ha preso una decisione innovativa, certamente, che, al di là della mia persona, rappresenta un segno di attenzione nei confronti delle donne. Ma la responsabilità è legata al compito, più che al fatto di essere donna”. Anche se, ammette, “una donna può avere determinate attitudini per trovare punti comuni, curare i rapporti avendo a cuore l’unità. Spero che il mio essere donna possa riflettersi positivamente in questo compito anche se sono doni che riscontro certamente anche nell’atteggiamento dei miei colleghi di lavoro uomini”.

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