Genova. “Non c’è alcuna sindrome della pancia piena in questi nostri primi cinque anni, c’è invece voglia e fame di futuro, di continuare questo percorso e di farlo insieme, nella consapevolezza che la politica può cambiare molto”. C’è il centrodestra al completo per la convention che segna l’inizio della campagna elettorale di Giovanni Toti, candidato per la seconda volta alla guida della Regione Liguria. Ai Magazzini del Cotone di Genova vanno in scena gli “Stati Generali della Liguria – Facciamo rotta sul futuro”, un evento che “non vuole essere una trionfale conclusione e bilancio, né vuole essere l’inizio di una campagna elettorale ma “un momento di confronto con tutti quelli che ci hanno accompagnato e speriamo ci accompagnino”.
Dunque la linea è confermata: comunicazione improntata sulle cose fatte più che sulle promesse. Ed equilibri politici centralizzati sulla figura del candidato presidente, come dimostra anche la scelta cromatica della giornata al Porto Antico, tutto arancione e blu, gli stessi colori di Cambiamo: “Questo modello ha funzionato nella gestione dell’emergenza, dell’economia nella sua trasformazione anche in un momento difficile del nostro Paese, ha funzionato per le fasce più deboli, pensiamo ai piani delle case popolari, l’abbattimento della Diga di Begato sono il simbolo più evidente. La nostra non sarà una campagna elettorale fatta sulle promesse, sarà fatta sulla promessa di futuro basato su solide fondamenta costruite in questi cinque anni”.
Presenti in giornata i segretari o coordinatori liguri dei partiti di maggioranza (Edoardo Rixi della Lega, Chicco Iacobucci di Fratelli d’Italia, Carlo Bagnasco di Forza Italia, Andrea Costa di Liguria Popolare e Manuela Gagliardi di Cambiamo con Toti), il sindaco di Genova Marco Bucci, praticamente tutti gli assessori e i consiglieri del centrodestra. Ma anche figure apicali del mondo economico: il presidente della Camera di commercio di Genova Luigi Attanasio, quello di Confindustria Genova Giovanni Mondini, quello dell’aeroporto Paolo Odone. E poi esponenti dell’area sindacale e no-profit, figure che regolarmente in questi cinque anni sono ruotate intorno al governo regionale. Al piano terra ci sono due muri che dovranno riempirsi di post-it del pubblico, uno con le “buone pratiche” consigliate e uno con le “cattive pratiche”, le cose che non vanno da eliminare.