Coronavirus, Confartigianato: «Una minaccia anche per il “Made in Liguria”»

Coronavirus, Confartigianato: «Una minaccia anche per il “Made in Liguria”»

Genova. «In un contesto economico ancora debole, in crescita di un lento “zero virgola”, in Italia così come in Liguria (Pil +0,8%), gli effetti del coronavirus potrebbero avere un impatto decisamente significativo su produzione, commercio e turismo. A farne le spese rischiano di essere soprattutto le micro e piccole imprese e quel “Made in Italy” che è sempre stato un’eccellenza nel mondo».

Lo testimonia Fiorella Ghignone, responsabile settore moda di Confartigianato Genova e titolare di Liapull, piccola impresa manifatturiera genovese attiva nel settore dell’abbigliamento, in particolare nella lavorazione del cashemere e di abiti di alta moda: «Il nostro fatturato deriva per l’80% dall’export – spiega – perciò per noi è
vitale il rapporto con il cliente straniero e la promozione all’estero, soprattutto attraverso la partecipazione a fiere ed eventi. L’allarmismo, spesso eccessivo, che si sta diffondendo in questi giorni a causa del coronavirus è già un problema per la nostra produzione: la Settimana della Moda di Milano è stata inevitabilmente compromessa e molti altri eventi, in Italia e all’estero, sono già stati annullati o rimandati.

Confidiamo nella Fashion Week di Parigi, in corso in questi giorni, durante la quale incontreremo diversi clienti: molti di loro sono “spaventati” e il grosso rischio, per noi così come per altre realtà produttive, è che i rapporti di business si allentino e che addirittura il prodotto made in Italy, da sempre simbolo di pregio, sia erroneamente percepito come qualcosa di “temibile”».

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