Genova. Nel periodo del lockdown l’aeroporto di Genova è stato uno dei pochi – dieci – aeroporti italiani a continuare a essere aperto al traffico commerciale anche se con una serie di limitazioni quasi totale, è stato però una delle infrastrutture fondamentali sia per l’arrivo di cargo (anche con dpi e altri strumenti utili al contrato dell’emergenza pandemica) sia per il rimpatrio di croceristi e marittimi.
Oggi però soffre, molto, e soffrirà anche domani e dopodomani. “E’ stato stimato che il ritorno ai volumi di traffico del 2019, anno record per lo scalo genovese con 1 milione e mezzo di passeggeri, potrebbe essere raggiunto solo nel 2024“. Lo ha detto Piero Righi, direttore generale dell’Aeroporto di Genova oggi a palazzo Tursi durante una commissione consiliare sul Cristoforo Colombo.
L’aeroporto di Genova, che impiega un migliaio di persone e ne fa lavorare circa 10 mila con l’indotto, ha ripreso i voli a fine giugno – dopo aver mantenuto per mesi solo quello per Roma – “ma la curva di ripresa è molto lenta – dice Righi – a fine anno si prevede una riduzione di traffico del 66%, quella da gennaio a giugno, in linea con gli aeroporti italiani, è del 70% e abbiamo riscontrato un picco negativo del 75% per quanto riguarda il mese di luglio“. Sono stati trasportati 43.600 passeggeri contro i 176.618 dello stesso mese del 2019.