Cronaca

Centro storico, la rabbia dei locali: “Vogliamo trasparenza e certezze per il futuro”

Centro storico, la rabbia dei locali: “Vogliamo trasparenza e certezze per il futuro”

Genova. A poche ore dall’entrata in vigore della  nuova ordinanza, che prevede la chiusura alla libera circolazione in quattro aree della città, scoppia la rabbia degli esercenti, che mettono sotto accusa le modalità di comunicazione da parte delle istituzioni e la mancanza di una previsione di misure economiche che possano dare “ristoro” alle attività già profondamente provate dagli ultimi mesi di crisi sanitaria.

“La comunicazione delle nuove prescrizioni è stata fatta in maniera confusa e poco chiara – ci spiega Fabio Parodi, vicepresidente della Rete di Imprese Contatto – alcune cose sono ambigue, ci sono alcuni spazi di grigio che ci mettono in difficoltà, come ad esempio la questione dell’asporto, a cui abbiamo rinunciato anche se nei fatti non questione definita. E’ un momento molto difficile per tutti, lo capiamo, ma la nostra categoria sta vivendo la peggiore crisi della sua storia”.

Una chiarezza che viene richiesta anche per capire le modalità con cui certe vie sono state incluse e altre no, a prescindere dal grossolano errore dell’ordinanza, pubblicata in prima battuta con l’esclusione di via San Donato, Salita Pollaiuoli e piazza Ferretto, ma che il sindaco a chiarito essere comprese: “Non vogliamo fare una guerra tra poveri – ci spiegano i titolari di Cibus, ristorante di via San Bernardo – anche perché la categoria deve rimanere unita. Ma credo che sia necessario capire meglio come è stata costruita questa ordinanza, perché e come metterla in atto.”.

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