Bus turistici, in Liguria 1.500 lavoratori a rischio: “Potevamo aiutare il trasporto pubblico”

Bus turistici, in Liguria 1.500 lavoratori a rischio: “Potevamo aiutare il trasporto pubblico”

Genova. Prossima fermata: il baratro. Tra i settori più duramente colpiti dal secondo round dell’emergenza coronavirus c’è quello dei bus turistici, un comparto che in Liguria dà lavoro a circa 1.500 persone di cui circa 400 solo a Genova. Aziende che erano pronte a dare una mano su uno dei punti più critici della ripartenza a settembre, il trasporto pubblico alle prese coi problemi di sovraffollamento. Così non è stato nella nostra regione, dove gli operatori sono rimasti tutti a bocca asciutta.

La situazione è drammatica – racconta Renzo Balbi, titolare di GenovaRent e Scagnelli e rappresentante di categoria in Confindustria, Cna e Convention Boureau -. Abbiamo avuto una piccola ripresa a luglio-agosto, poi tutte le attività sono tornate a diminuire. Lavoravamo con crociere, gite scolastiche, fiere, congressi, manifestazioni. Tutto fermo. Nella nostra azienda avevamo un ufficio operativo con 8 persone che facevano i preventivi, ora ne abbiamo uno solo e non suona nemmeno il telefono”.

I numeri snocciolati da Balbi non lasciano spazio a interpretazioni. La maggior parte dei dipendenti si trova in cassa integrazione, i fatturati sono scesi dell’80%. Attualmente lavorano solo gli appaltatori di servizi pubblici, come appunto Scagnelli che a Genova effettua i servizi integrativi per Amt, anche quelli ridotti dell’80% durante il lockdown di primavera “La mia azienda – prosegue il titolare – ha perso 4 milioni di fatturato. E dire che il 2019 erano andato benissimo, mentre a gennaio e febbraio di quest’anno eravamo in crescita del 20%”.

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