Economia

I lavoratori del mondo di cultura e spettacolo scendono in piazza: “Il nostro lavoro non è tempo libero”

I lavoratori del mondo di cultura e spettacolo scendono in piazza: “Il nostro lavoro non è tempo libero”

Savona. “Attenzione, pericolo conoscenza” o “Alto rischio di imparare qualcosa” ma anche “Le opere qui esposte sono pericolose per te e per chi ti sta intorno” e “Il nostro lavoro non è tempo libero”. Sono questi alcuni degli slogan che hanno accompagnato la protesta messa in atto ieri, mercoledì 16 dicembre, dai lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo.

Ieri operatori museali, tecnici, organizzatori, musicisti, guide, custodi, fotografi, restauratori, amministrativi, curatori e altre figure professionali eterogenee che ruotano e vivono di cultura e spettacolo si sono radunati in piccoli gruppi davanti ai luoghi cardine della cultura di Savona (il Teatro Chiabrera, la Pinacoteca Civica, il Museo della Ceramica, la Cappella Sistina, il Priamar con le sue sale mostre, il Museo Pertini e il Museo Archeologico) e così hanno preso parte alla attivazione su piano nazionale promossa dal gruppo “Mi riconosci? sono un professionista dei Beni culturali”.

Le attiviste e gli attivisti hanno circondato alcuni luoghi della cultura con nastro biancorosso e cartelli ironici che recitavano “Attenzione! Questo luogo è molto più pericoloso di un centro commerciale”. Dalle Gallerie degli Uffizi alla Biblioteca Italiana di Archeologia e Storia dell’Arte, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Almeno 300 le persone in piazza nei presidi principali, ma tante altre persone, che a causa delle limitazioni e prescrizioni di sicurezza non hanno potuto scendere in piazza, hanno mandato la loro fototestimonianza, da Bari a Savona, da Caserta a Cosenza, da Verona a Trieste, usando l’hashtag #nonètempolibero.

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