Cronaca

Riscaldamento scolastico a intermittenza: 13 gradi nelle “aule frigorifero” della Val Bisagno

Genova. Fa freddo fuori, ma fa freddo anche dentro. Stiamo parlando di alcune scuole della Val Bisagno, che al rientro dopo le festività natalizie hanno accolto gli studenti con delle vere e proprie aule frigorifero, tanto da obbligare gli alunni a seguire le lezioni con giacche, sciarpe e berretti.

Ce lo raccontano i genitori, che in questi giorni si stanno mobilitando per chiedere a gran voce alla amministrazione di intervenire, risolvendo il problema. Problema che però ha diverse cause: se da un lato, a fronte di un inverno particolarmente rigido, le norme anti-covid impongono l’apertura frequente delle finestre, dall’altro gli impianti di riscaldamento, in taluni casi vetusti o mal funzionanti, continuano ad essere regolati sulle aperture degli edifici, con spegnimento notturno e nel fine settimana e accensione a pochi minuti dall’ingresso dei ragazzi.

Dall’istituto comprensivo San Gottardo ci arriva la foto di un termometro che segna 13 gradi, ma i genitori parlano anche di temperature inferiori, con punte misurate sotto i 10 gradi soprattuto al lunedì mattina, quando la scuola riapre dopo il fine settimana, con i caloriferi rimasti freddi per due giorni. “In alcune classi i termosifoni sono vecchi e malfuzionanti – ci spiegano – e già negli scorsi anni si erano verificati dei problemi, quest’anno esplosi con le lunghe chiusure e le disposizioni anti contagio. Ma così per i nostri bambini seguire la lezione è diventato difficile”.

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