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San Francesco di Sales, il vescovo Marino: “Non dobbiamo essere troppo prudenti, il buio convive con la luce”

San Francesco di Sales, il vescovo Marino: “Non dobbiamo essere troppo prudenti, il buio convive con la luce”

Savona. “Da molto tempo ho un atteggiamento problematico nei confronti del giornalismo. Rischia di essere ridotto a un mero passaggio di notizie attraverso internet. Invece è necessario verificare, essere presenti. Solo così si osserva e racconta la realtà dal rovescio, dal punto di vista degli altri”. E’ questo l’appello che monsignor Calogero Marino, vescovo della diocesi di Savona ha rivolto questa mattina ai cronisti in occasione di San Francesco di Sales, il patrono dei giornalisti.

“L’emergenza di questa pandemia è assolutamente drammatica. La pandemia ha rivelato la fragilità delle nostre società. Ma non dobbiamo sentirci in colpa di essere fragili. E’ stata una rivelazione. Ha svelato quello che era latente. La pandemia ci ha messo davanti alla nostra fragilità e per questo ci ha lasciati spiazzati. La nostra visione illuministica ci ha portato a credere che dopo la morte ci fosse la vita. Dopo il buio c’è la luce. Seguendo questo principio viviamo questo periodo sospesi nell’attesa di uscirne”. E’ un invito ad abituarci alla convivenza tra poli opposti. “Il dolore del parto è insieme anche gioia della nascita”.

“La situazione che viviamo ci ricorda di ‘coltivare la cultura della cura’. La comunità cristiana deve riuscire a prendere per mano le ferite e accompagnare la vita fragile che in quanto tale è un valore e va ascoltato. A me stanno molto a cuore le forme di disabilità fisica e psichica. Ma non abbiamo ancora sviluppato – spiega il vescovo permettendosi un’autocritica – un’accettazione accogliente di queste forme, pensiamo che debbano essere eliminate. Invece, anche il tempo della malattia è un tempo da vivere. Il rischio è aspettare di uscire dalla pandemia”.

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