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Ipotesi nuovo carcere ad Albenga, Tomatis (Lega): “Proposta poco percorribile, bisogna tutelare le aree agricole e il florovivaismo”

Ipotesi nuovo carcere ad Albenga, Tomatis (Lega): “Proposta poco percorribile, bisogna tutelare le aree agricole e il florovivaismo”

Albenga. Il consigliere di minoranza della Lega di Albenga Roberto Tomatis è contrario all’ipotesi di realizzare sul territorio ingauno il nuovo carcere savonese, ipotesi al centro della mozione presentata dal capogruppo di Forza Italia Eraldo Ciangherotti e discussa durante il consiglio comunale di ieri sera. Al momento del voto, Tomatis ha preferito astenersi.

A quanto pare, la proposta di Ciangherotti ha spaccato il fronte del centro-destra ingauno: “Nonostante ormai tutto il mondo politico e il ministero abbiano individuato la Val Bormida come area su cui realizzare il nuovo carcere, c’è ancora chi nuota in salita come il salmone per fare proposte poco percorribili – afferma – Insistere sulla proposta di far sorgere il nuovo carcere ad Albenga, infatti, significa andare contro la politica del buonsenso. Se è legittimo fare proposte circa l’ubicazione della nuova area dove sorgerà il nuovo carcere è testardaggine farlo, visto che ormai l’iter sulla sua collocazione è già in fase più che avanzata e proporre altro ha il solo senso della testimonianza e del nuotare controcorrente sì, ma a vuoto”.

Spiegano il voto, Tomatis afferma: “In noi ha prevalso non solo il realismo, ma anche la consapevolezza che l’area individuata dal proponente non solo non è idonea, ma comporterebbe il sacrificio di aree agricole e coltivate da aziende del territorio. Approvare avrebbe voluto dire concedere terreno agricolo al ministero per condurre in porto questa operazione, ma anche un sicuro esproprio di aree non nella disponibilità pubblica, ma bensì di privati cittadini. Il terreno concesso infatti non sarebbe sufficiente per cui sarebbe implicito che con l’approvazione si tratterebbe di espropriare terreni agricoli privati coltivati da aziende. Stiamo parlando di un’area, come quella della Polveriera, di 38 mila metri quadri di proprietà dell’Agenzia del demanio di Genova sui quali non abbiamo alcun diritto, e di Massaretti 35 mila  metri quadri incluse le parti di regione Liguria, aree oltretutto a rischio di esondazione e con una servitù dell’elettrodotto”.

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