I canestrelli di Pieve di Teco, un “grissino chiuso” da pucciare nel latte

I canestrelli di Pieve di Teco, un “grissino chiuso” da pucciare nel latte

Generico aprile 2021

La forma è quella, tipica, di braccialetto, ma il gusto cambia. Parliamo di un canestrello, dolce (?) comune a gran parte dell’area ligustica, ma diverso per aromatizzazione a seconda del territorio, dei suoi aromi, della sua ricchezza. Oggi parliamo dei canestrelli di Pieve di Teco, caratterizzati dal gusto di anice, un gusto che in Valle Arroscia piace moltissimo, forse per il forte legame con la Provenza, dove l’aperitivo per antonomasia è il Pastis (e del Pastis parleremo nelle prossime settimane per una curiosità ingauna…), ma anche dove l’anice entra addirittura in un tradizionale sugo di salsiccia che le nonne di Pieve di Teco custodiscono gelosamente…

L’anice, si diceva, una pianta che arriva da lontano, dall’Oriente (come gran parte del nostro patrimonio vegetale), ma facilmente confuso con altri aromi autoctoni, il finocchietto selvatico, ad esempio, che regala freschezza a dolci e intingoli, capace di sposarsi (sia l’anice che il finocchietto, per non dire dell’aneto) anche a salse da abbinare al pesce e non solo.

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