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“C’è un cormorano impetroliato”, e insulta i volontari Enpa: ma non era vero

“C’è un cormorano impetroliato”, e insulta i volontari Enpa: ma non era vero

Savona. Ieri pomeriggio, mentre i volontari della Protezione Animali di Genova continuavano a prodigarsi nel soccorso e nella cura degli animali impetroliati, ed i loro colleghi savonesi erano anch’essi impegnati in numerosi soccorsi in diverse zone della provincia di Savona, dal porto di Arenzano giungevano alla sede di Savona decine di telefonate che segnalavano la presenza di un cormorano impetroliato.

“Nessuno di essi però si è reso disponibile a portare il volatile a Savona – raccontano dall’Enpa – ed anzi alcuni di loro, e tra essi una donna, insultavano pesantemente la volontaria all’apparecchio, che rispondeva che tutti i volontari, sia i genovesi che i savonesi, erano già impegnati in soccorsi urgenti. La donna urlava che ‘dovete venire subito, siete pagati per questo, è il vostro mestiere!’ quando veniva informata che prima delle 21 avrebbe potuto finalmente liberarsi e venire un volontario genovese. Alle 19 riusciva ad arrivare un volontario genovese (Francesco), che già era venuto la mattina per verificare lo stato di un cormorano, poi rivelatosi lo stesso, accertando che si trattava di un soggetto sano e non impetroliato ma soltanto di colore nero lucido, come è natura di questa specie; l’animale è da tempo fisso in zona ed è divenuto la mascotte degli ormeggiatori”.

“La signora maleducata ed aggressiva ed i molti ‘contestatori’ non sapevano, o facevano finta di non sapere – accusano i volontari – che la Protezione Animali, malgrado il nome di ‘ente nazionale’ (ENPA), è un’associazione privata di volontari che non ha mai avuto, nei suo 130 anni di vita, una sola lira di contributo dallo stato; e che il soccorso e la cura degli animali selvatici feriti, malati o in difficoltà è un compito che per legge dovrebbe svolgere la Regione Liguria, che invece a fine anno ha approvato quasi all’unanimità una leggina, richiesta dagli ambienti venatori, che ha tolto agli Ambiti Territoriali di caccia (che invece ricevono molti soldi pubblici che usano per acquistare poveri animali d’allevamento da liberare poco prima dell’apertura della caccia) il compito di soccorrerla al di fuori della stagione di caccia, lasciando un vergognoso vuoto legislativo”.

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