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Attacco di panico: paura di aver paura

Attacco di panico: paura di aver paura

Nella societa’ odierna, orientata al raggiungimento di performance sempre piu’ elevate sia sul piano economico, lavorativo e sociale, l’uomo e’ sottoposto a un carico di continue richieste a cui fare fronte. Tali richieste possono attivare su un piano biologico i meccanismi di risposta allo stress ponendo le basi per il notevole aumento della patologia da attacco di panico. La comparsa di tale patologia spesso avviene in seguito a situazioni contingenti che sono vissute dal soggetto come stressanti, che disturbano l’equilibrio dell’organismo, il quale risponde con una serie di adattamenti neuropsichici, emotivi, ormonali e immunologici.

I sintomi che possono caratterizzare l’attacco di panico sono: palpitazioni, tachicardia, sudorazioni, tremori, sensazioni di soffocamento, sensazioni di sbandamento, svenimento, paura di morire, parestesie, brividi, vampate di calore, depersonalizzazione e derealizzazione. Gli attacchi di panico sono esperienze cosi sgradevoli che segnano la memoria emotiva delle persone che ne sono colpite, il ripetersi di questi attacchi costringe la persona e il suo cervello a difendersi, stimolando dei meccanismi quale l’ansia, come difesa anticipatoria dal panico, e la paura, come meccanismo capace di farci evitare situazioni a rischio.

Il circolo del panico si fonda sulla “paura della paura”, che esaspera l’attenzione nei confronti delle sensazioni o situazioni, inducendo la persona a evitarle o ad affrontrarle accompagnata da “qualcuno”, perdendo sia la liberta’ di scelta, sia l’indipendenza e creando di fatto una dipendenza psicologica e fisica. Insomma chi e’ colto dal disturbo di panico fa come la volpe con l’uva nella favola ben nota, rinuncia per paura e si giustifica, autoconvincendosi, di aver rinunciato per motivi veri e non per paura, preservando la propria autonomia ma diventando sempre più inconsapevole delle conseguenze del panico.

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