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Polemica sul 25 aprile ad Altare, Paita e Lunardon (Pd): “Episodi inquietanti di revisionismo”

Polemica sul 25 aprile ad Altare, Paita e Lunardon (Pd): “Episodi inquietanti di revisionismo”

Altare. “Il rispetto per i morti non si discute, ma occorre ribadire che in Italia, oltre settant’anni fa, si contrapponevano disvalori (che hanno offeso il nostro Paese e che si fondavano sulla sopraffazione, il razzismo e la violenza) e valori giusti, che hanno portato poi alla Liberazione. Le istituzioni democratiche si fondano proprio su quegli ideali di libertà e giustizia che si celebrano ogni anno il 25 aprile e vorremmo che il governatore Toti prendesse una posizione netta in proposito e riaffermasse il valore dell’antifascismo a cui si ispira la nostra Carta Costituzionale”.

A dirlo sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Raffaella Paita e Giovanni Lunardon, in seguito a quanto accaduto il 25 aprile scorso al cimitero militare di Altare, dove sono sepolti insieme ai partigiani, anche civili, militari e una settantina di marò della divisione San Marco, integrata nella Repubblica sociale italiana dopo l’8 settembre 1943. In quell’occasione si sono verificati degli episodi inquietanti.

“In primo luogo – dicono Paita e Lunardon – è stato esposto un labaro della Repubblica sociale italiana; poi alcune persone, come denunciato dal sindaco di Altare Berruti, hanno fatto il saluto romano e infine, ma di certo non meno grave, alcuni alunni delle elementari di Cengio sono stati fatti sfilare in mezzo ai simboli della Rsi indossando il berretto e il fazzoletto del battaglione San Marco (che proprio a Cengio, nel ’44, trucidò 8 civili che non vollero denunciare i partigiani) facendo il saluto militare. Gli alunni hanno anche letto un messaggio in cui viene stravolto il significato del 25 aprile: riducendo la lotta di Liberazione a uno scontro fra idee politiche contrastanti”.

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