Imperia. Dall’assoluta validità delle acque di balneazione all’efficienza della depurazione; dalla raccolta differenziata alle aree pedonali, piste ciclabili e spazi verdi, fino alla dotazione di tutti i servizi. Su ben 4 spiagge della Riviera dei Fiori quest’anno svetta la Bandiera Blu: il prestigioso riconoscimento assegnato nella primavera 2015 dalla Fee (Foundation for Environmental Education) in base a determinati criteri guida dallo spirito green e che ha insignito Bordighera, Arma di Taggia, San Lorenzo al Mare e Santo Stefano al Mare quali eccelse regine costiere.
Un onore per alcuni una beffa per altri. Perché se oggi queste località possono fregiarsi dell’ambita bandiera, la stessa non è valsa loro per la nomination al “Top Coste Italiane”: il grande contest di portata internazionale volto a promuovere in Italia e in Europa la cittadina costiera vincitrice. Un concorso di punta per tutti gli operatori del terzo settore e che per l’edizione 2016 vedrà sfidarsi a colpi di attrazioni turistiche e culturali, di qualità del mare, della posizione e dei servizi, 25 città.
E tra queste, oltre all’assenza delle 4 ponentine o almeno di una di esse, spicca la presenza di Alassio. Lungi dal criticare la “Città del Muretto” e dei “Baci” al cioccolato, città per altro cugina e amica, una domanda sorge spontanea: come mai Alassio da tempo nota per l’irrisolvibile questione del depuratore e quindi dell’effettiva limpidezza delle acque ha acquisito la menzione tra i massimi litorali del Bel Paese? La Alassio priva della Bandiera Blu? Come mai lei e tutte le altre sì e noi no?