Genova. “Avendo cercato di impossessarsi di alimenti di modestissimo valore e di pronta ingestione quali due mono dosi di formaggio di non grande pregio e una confezione di wurstel, l’imputato aveva dimostrato che a ciò era spinto da impellente e urgente bisogno di alimentarsi che è l’esigenza primaria dell’uomo”.
Così il procuratore generale presso la Corte d’appello di Genova Antonio Lucisano aveva sottolineato, con il suo ricorso in Cassazione, di non aver condiviso la decisione dei giudici di secondo grado, che avevano condannato a
sei mesi di reclusione con la condizionale un giovane senzatetto colpevole di avere rubato cibo per un totale di 4,07 euro in un supermercato genovese. I giudici d’appello avevano confermato la sentenza di primo grado che aveva inflitto anche una multa di 160 euro.
La decisione della Corte di Cassazione, che ha annullato la condanna ritenendo che “non è punibile chi ruba piccole quantità di cibo per far fronte all’imprescindibile esigenza di alimentarsi” si avvicina a quanto aveva sostenuto il pg Lucisano nel suo ricorso nel quale chiedeva di derubricare il reato da consumato in tentato o di applicare la nuova legge sulla particolare tenuità del fatto.