Quarant’anni fa il terremoto in Friuli, l’alpino sanremese Di Blasio: “Io nella catastrofe di quella sera”

Quarant’anni fa il terremoto in Friuli, l’alpino sanremese Di Blasio: “Io nella catastrofe di quella sera”

Sanremo. Faceva caldo, caldissimo quella sera del 6 maggio 1976. L’aria era strana, a dir poco sovrannaturale”. Il sanremese Filippo Di Blasio, classe 1954, all’epoca Caporale degli Alpini presso la Brigata Julia – Battaglione di Gemona, ricorda così l’inizio di quella catastrofe che colpì il Friuli il 6 maggio 1976.

Erano da poco passate le 21.00. Mi trovavo con 4 commilitoni in un bar di Tarvisio, provincia di Udine, dove svolgevo il servizio militare. Giocavamo a biliardo. All’improvviso questo ha cominciato a oscillare su e giù per la sala. Tremava il biliardo, tremava il muro, tremava la terra. In una manciata di istanti siamo usciti fuori. Eravamo tutti nel panico, soprattutto la gente. Una donna gravida mi svenne addirittura affianco: la presi al volo. Si respirava tanta paura e insieme molto stupore. Solamente l’indomani capimmo cosa realmente accadde.

Si era risvegliato l’Orcolat (“terremoto” in dialetto friulano) e in pochi secondi si era trascinato tutto con sé: 17.000 edifici distrutti, 965 morti, oltre 3.000 feriti. Una scossa sismica con intensità epicentrale pari al X grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (magnitudo 6.4 della scala Richter), che interessò circa 120 comuni delle province di Udine e di Pordenone, per una popolazione complessiva di 500.000 cittadini. Il terremoto più forte e più devastante che l’Italia del secondo Novecento mai conobbe.

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