Genova. Centinaia di lavoratori del settore turismo, mense, servizi stanno scioperando oggi per chiedere il rinnovo dei rispettivi contratti nazionali di lavoro, fermi da oltre 36 mesi. In presidio davanti a palazzo Tursi, muniti di bandiere e fischietti ci sono baristi, camerieri, cuochi, operatori del comparto pulizia e sanificazione, attività ausiliarie e facility management, addetti mense, receptionist, impiegati di agenzie di viaggio, lavoratori dei fast food, operatori del comparto termale, farmacisti.
“Le controparti finora ci hanno fatto capire chiaramente – spiega Roberto Falara, Uiltucs Liguria – che se questi lavoratori vogliono il contratto se lo devono pagare attraverso un abbassamento delle tutele individuali e collettive. In più c’è il problema della revisione della clausola sociale di salvaguardia che consente il riassorbimento dei dipendenti nei cambi di appalto”.
“Questi lavoratori – aggiunge Antonella Cozzolino, Fisascat Cisl – sono soggetti a continui cambi di appalto e ogni volta rischiano o di rimanere a casa o di avere un taglio di ore che equivale a un taglio di salario”. Oltre alla vertenza sul contratto nazionale, a Genova si vive da mesi quella che i sindacati chiamano un “vertenza nella vertenza”. “Il Comune di Genova – dice Carlo Guarneri, Filcams Cgil – negli ultimi tempi ha affidato appalti al massimo ribasso. L’esempio ultimo è stato quello di Amt, mentre oggi abbiamo il problema delle mense con decine di lavoratrici che rimarranno a casa. Secondo i nostri calcoli a giugno circa 300 lavoratori e lavoratrici del settore resteranno fermi e ci domandiamo quale tipo di servizio il Comune intente offrire ai cittadini in queste condizioni”.