Genova. Diciassette a quattordici, forse quindici. E la solita platea di astenuti. E’ questo il pronostico più gettonato per il voto sul bilancio del comune di Genova che andrà in scena in sala rossa tra giovedì e martedì e mercoledì prossimi. C’è poco da sorridere dalle parti di Tursi dove a quasi un anno dalle elezioni la maggioranza ormai minoranza si trova a dover far la conta delle astensioni per sapere se un provvedimento verrà o meno approvato. Ed è di poca consolazione la quasi-garanzia che nessuno voglia comunque fare davvero cadere la Giunta per ritrovarsi un anno di commissariamento.
Tra i corridoi di palazzo Tursi e nel chiacchiericcio dei giardini, nelle pause delle infinite commissioni che valutano ed emendano i documenti del bilancio previsionale, si respira un’aria di ineluttabilità, ineluttabilità ad andare avanti perché non c’è alternativa.
Il Pd, che ieri con il segretario Alessandro Terrile, il renziamo Michele Malfatti, il capogruppo Simone Farello e i quattro assessori del partito ha incontrato Doria, ha manifestato al sindaco tutta la sua preoccupazione: “Se il bilancio passa con 17 voti la situazione sarà ancora più grave – spiega il segretario Pd – ma anche se passa con 19-20 la situazione non è che migliori molto. Abbiamo rilevato che rispetto a qualche mese fa c’è una radicalizzazione di quelli che stanno a guardare e abbiamo ribadito al sindaco che siamo disponibili a valutare qualsiasi scelta per allargare e rafforzare la maggioranza”.
