E’ caratterizzato da pensieri fissi e insistenti, ricorrenti, “ruminazioni” che bloccano l’attivita’ mentale, inibendo la liberta’ e la spontaneita’ del pensiero, imprigionandolo.
I pensieri sono coercitivi e si impongono con forza all’attenzione del soggetto, invadendolo, diventando totalizzanti, ostacolandone l’azione, poiche’ chi ne e’ vittima in quel momento ha difficoltà a concentrarsi su altro. Possono essere disturbanti al punto di compromettere il funzionamento in ambito lavorativo e sociale, privando la persona di vivere momenti piacevoli della propria vita.
Spesso sono finalizzati ad un’illusoria acquisizione di controllo sulla realta’, necessita’ che deriva da insicurezza, senso di inadeguatezza e paura, ottenendo un momentaneo sollievo dall’ansia originaria, ma generano a loro volta l’ansia di dover avere sempre tutto sotto controllo tramite rituali e un logorante lavoro mentale. Vengono messe in atto varie strategie per allontanare un pensiero disturbante , la persona puo’ ricorrere ad un dialogo interiore con se stessa, per togliere significato e valore ai suoi pensieri ossessivi, volti a dimostrare l’insensatezza, l’inutilita’ e l’infondatezza. Gli argomenti razionali , per quanto riconosciuti validi dal soggetto, non possono produrre effetti soddisfacenti nel controllo dell’ossessivita’, poiche’ essa nasce dalla sfera emotiva, dunque appartiene ad un piano e ad un linguaggio differenti da quelli della logica e della razionalita’.