Genova. Nel dibattito sul premio di produzione di Ansaldo Energia che vorrebbe, fra l’altro, per limitare l’assenteismo, tagliare una quota di premio anche a chi si assenta perché gode delle ore previste dalle legge per l’allattamento o per la cura di famigliari disabili (legge 104), interviene il comitato Rete di donne per la politica. “Ansaldo Energia già lo scorso anno aveva sostenuto che ai fini del calcolo del premio di produzione le ore di permesso per l’allattamento sono equivalenti all’assenteismo – scrive il comitato in una lunga nota – Lo scorso anno le lavoratrici ed i lavoratori in un referendum avevano bocciato l’accordo sindacale proposto dall’azienda, difendendo la legge 104 e il valore sociale della maternità”.
“Come Rete di donne per la politica in quella occasione abbiamo scritto: “L’ISTAT ci ha confermato che l’Italia ha raggiunto la crescita zero, il Ministero della Salute invita operatori, aziende e società ad allattare i bambini fino a sei mesi in maniera esclusiva e anche oltre per promuovere la loro salute futura… e da ogni parte ci offrono premi di 80 euro al mese per chi fa figli implorando qualcuno che paghi le nostre pensioni quando saremo vecchi… Per Ansaldo Energia tutto questo non conta, è più importante calpestare i diritti conquistati dalle lavoratrici, levando mille euro di premio alle donne e mamme rispetto ai loro colleghi e 500 euro per chi vuol assistere parenti non autosufficienti. Davvero tutte queste cure non contano nulla a livello sociale? Scandalizzate ed indignate da questa proposta, come Rete di donne per la politica invitiamo le realtà sociali e politiche, e tutta la cittadinanza perché si affianchino in una protesta rivolta all’azienda.”
“Confermiamo la nostra critica verso l’azienda che dopo nemmeno un anno ripropone gli stessi contenuti, indifferente nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori ed indifferente nei confronti delle donne, alle quali viene chiesto di accollarsi, uniche e sole, il prezzo della riproduzione. La Regione Liguria sta per discutere una legge sulla famiglia che parla di riconoscimento del valore sociale della famiglia e del lavoro domestico: forse anziché parlare di aria fritta e ideologia familista, sarebbe ora di affrontare la realtà della vita delle donne, facilitando la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, senza perdita di reddito o penalizzazioni.