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Dai casi di abbandono a quelli di abuso: la storia dei “bambini perduti” dell’ex orfanotrofio di Coldirodi

Dai casi di abbandono a quelli di abuso: la storia dei “bambini perduti” dell’ex orfanotrofio di Coldirodi

Sanremo. Sulla strada della Madonna Pellegrina, ai piedi del colle sui cui poggia Coldirodi, si affaccia un’isola a tutela di ragazzino. E’ l’Istituto Padre Semeria, un edificio in mattoni gialli fondato nel lontano 1926 da un frate barnabita per dare casa agli orfani di guerra, e che oggi ospita una comunità di “bambini perduti”: maschi e femmine di età compresa fra i 5 e i 18 anni che per diverse ragioni hanno subito l’allontanamento temporaneo o definitivo dalla famiglia di origine.

Attualmente l’istituto – spiega la direttrice, la Dott.ssa Silvia Madaro – accoglie 13 bambini. Ragazzini di nazionalità italiana ma anche straniera, soprattutto rumeni e sudamericani, qui giunti su segnalazione dei Servizi Sociali o dietro provvedimento del Tribunale dei Minori”. Piccoli uomini e piccole donne che già portano dentro di loro orribili storie: “Si va dai casi di indigenza a quelli di abbandono fino ad arrivare a drammatiche situazioni di abuso. In ogni caso sempre storie di genitorialità non idonee e che, seguendo le orme di Padre Semeria prima, e della nostra cara e scomparsa Madre Superiora Elvira poi, cerchiamo di compensare”.

La missione della Dott.ssa Madaro e dei suoi valenti collaboratori – educatori, psicologici e soprattutto le Suore del Preziosissimo Sangue (le “Preziosine”) – è infatti proprio quella di tutelare il minore, di inserirlo all’interno di un percorso educativo e riabilitativo-emotivo individualizzato per andare a integrare o a sostituire quelle funzioni familiari necessarie che sono state compromesse o che da sempre ne è stato privato.

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