Genova. “Non riesci a vendere il tuo immobile? Chiama immobiliare Buridda. Noi ti occupiamo uno stabile abbandonato. Lo riportiamo sulla bocca di tutti. Lo riempiamo di colore, progetti e persone. E come per magia spunteranno acquirenti interessati e nuove possibilità economiche”. La buttano sull’ironia i ragazzi del laboratorio sociale Buridda che hanno affisso per mezza città manifesti in cui riassumono la recente storia di sgomberi e occupazioni.
Risale al 2003 l’occupazione dell’ex facoltà di Economia e commercio in via Bertani, sgomberato due anni fa dopo essere stato sede stabile di innumerevoli laboratori artistici (fotografia, serigrafia, teatro, circa, posta), palestre e altre attività sportive, delle creazioni innovative del Fab Lab e di tanti eventi culturali apprezzati in città a partire dal Critical Wine. L’ex sede universitaria doveva essere venduta per farne residenze, dicevano in Comune, ma a due anni dallo sgombero, l’immobile giace ancora (o meglio, di nuovo) nel totale abbandono. Per pochi giorni, dopo quello sgombero, i giovani occuparono l’ex scuola Garaventa di via San Giorgio, ma anche lì dovevano arrivare progetti di riqualificazione, dalla nuova sede del Municipio a quella di Sviluppo Genova. In questo caso i lavori procedono e qualche trasferimento c’è già stato.
Poi arrivò il tacito consenso rispetto all’ex sede del Magistero di corso Montegrappa, di proprietà dell’Università, inutilizzato da 15 anni. Il Magistero viene occupato il 14 giugno di due anni fa al termine di un corteo molto partecipato. E nella sede dell’ex facoltà di Scienze della Formazione sono rinati i laboratori, grazie al lavoro di molti, i laboratori e le attività sfrattate da via Bertani. Ma ora la situazione è cambiata di nuovo visto che l’Università a febbraio, nel approvazione del bilancio consuntivo del 2015, ha deliberato la vendita dell’immobile per recuperare risorse.