Provincia. “In questi giorni le mamme capriolo (ma anche quelle di daino e lepre) cominciano a ‘parcheggiare’ i loro piccoli, partoriti qualche mese fa, nei prati dell’entroterra in mezzo all’erba ed agli arbusti. Mentre le mamme si allontanano per mangiare i piccoli, favoriti dal mantello mimetico e senza alcun odore, stanno immobili in attesa del loro ritorno”. L’appello della Protezione Animali savonese è quindi pressante: “Se nelle vostre passeggiate intravvedete un cucciolo di capriolo, daino o lepre nell’erba, non avvicinatevi, non toccatelo e, soprattutto, non portatelo via nell’errata convinzione che sia abbandonato, perché non è vero”.
“Prelevare un cucciolo di capriolo, daino o lepre è non solo una violazione della legge a loro tutela – ricorda l’Enpa – ma vuol dire condannarlo ad una vita di prigionia e spesso ad una morte precoce, perché perde gli anticorpi ed il bagaglio di informazioni e comportamenti essenziali alla sopravvivenza in natura che solo la madre può dargli; e affidato ad una struttura di recupero, malgrado ogni cautela nell’allattamento artificiale e nella custodia, difficilmente riesce a diventare autosufficiente ed indipendente per essere poi rimesso in libertà”.
“Ma vi sono anche giovani di altre specie selvatiche che sembrano abbandonati dai genitori ma non lo sono – precisano gli animalisti – sono i piccoli di gabbiano, merlo e cornacchia, che scendono, non si sa perché, dai nidi prima ancora di saper volare ed i genitori li accudiscono a terra portandogli da mangiare e proteggendoli come possono; anche in questi casi, se gli animaletti non sono feriti e si trovano in un ambiente naturale, occorre non toccarli e lasciarli dove si trovano. Diversa è la situazione se si trovano, accade sempre più spesso, in zone urbane con il pericolo di essere vittime del traffico o di cani e gatti; ma solo dopo aver accertato l’effettivo pericolo, si possono recuperare e consegnare alle associazioni animaliste che se ne occupano”.