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Formazione, in Liguria quasi 60 milioni di fondi europei già attivati

Formazione, in Liguria quasi 60 milioni di fondi europei già attivati

Genova. Ammontano a 58 milioni le risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo già attivate dalla giunta Toti per favorire l’occupazione attraverso un’offerta integrata di servizi che vanno dalla formazione per disoccupati over 24, al sostegno per la nascita di nuove imprese, fino a iniziative di inclusione sociale per soggetti a rischio come carcerati o tossicodipendenti.

Lo ha comunicato quest’oggi l’assessore regionale alla Formazione, Ilaria Cavo nel corso della prima riunione del 2016 del Comitato di Sorveglianza sul programma operativo regionale del FSE 2014-2020 all’Hotel Savoia a cui ha partecipato anche l’assessore regionale al Lavoro, Gianni Berrino insieme a esponenti della Commissione Europea e del Ministero del Lavoro, oltre alle parti sociali e ai rappresentanti delle Istituzioni locali. Dalla riunione sono emersi i quattro filoni principali su cui la Giunta regionale ha investito risorse per creare occupazione stabile e favorire il reinserimento lavorativo: la formazione degli over 24 per la quale sono stati stanziati 14,7 milioni di euro già attivati con bandi partiti nel 2015 per oltre 4000 utenti suddivisi in 266 corsi; l’assistenza per le start up di impresa per cui sono stati stanziati 3 milioni di euro per sostenere la nascita di nuove attività sul territorio regionale (grazie all’erogazione di servizi di accompagnamento imprenditoriale e a incentivi economici pari 4.800 euro di contributo a fondo perduto per ciascuna iniziativa) ; quasi 1 milione di euro per i progetti di orientamento che sfociano nel Salone dell’Orientamento previsto in autunno; 5 milioni di euro sui bandi per la formazione dei disabili e, a breve, nuovi bandi per l’inclusione di soggetti a rischio di esclusione sociale come disabili, carcerati o tossicodipendenti che verranno gestiti in modo congiunto tra gli assessorati alla formazione, lavoro e alla sanità.

“Nel primo comitato di sorveglianza sul FSE che ho avuto l’onore di presiedere davanti ai referenti della Commissione europea e del Ministero del Lavoro – ha sottolineato l’assessore Cavo – ho rimarcato gli obiettivi della Giunta regionale: innanzitutto un legame sempre più stretto tra il mondo della formazione e quello del lavoro (dimostrato anche dalle richieste di una previsione occupazionale sui bandi della formazione che dovrà essere rispettata, pena la decurtazione in percentuale delle risorse), le azioni congiunte attivate in sinergia tra Lavoro e Formazione sui bandi delle start up e la scelta di aprire ai privati i servizi del lavoro (con la possibilità di accreditamento per gli Enti di Formazione che cosi saranno portati ad avvicinarsi sempre più al mercato del lavoro), fino all’impostazione del sistema duale, in base al quale le risorse per la sperimentazione verranno destinate non a corsi generici, ma alle reali occasioni di apprendistato, impresa simulata, alternanza scuola-lavoro e una rafforzata offerta agli studenti”. “Ho anche rimarcato – ha proseguito l’assessore Cavo – la stretta collaborazione con l’assessorato ai servizi sociali che si esplicherà nel bando di inclusione sociale e la forte attenzione per l’aspetto della comunicazione che ha premiato nell’organizzazione degli Open Day formativi. Inoltre sarà prevista una comunicazione coordinata tra i tre fondi strutturali gestiti dalla Regione (FSE – Fondo sociale europeo, FESR – Fondo europeo di sviluppo regionale e PSR – programma di sviluppo rurale) che risponderanno ad un’unica regia, in grado di garantire un’immagine coordinata, e non ultimo la possibilità offerta ai ragazzi di svolgere il servizio civile nell’ambito della Protezione civile e l’impegno sui bandi per sfruttare al meglio i 4 milioni a disposizione dell’ alternanza scuola lavoro”. “Mi fa piacere – ha concluso Cavo – che il rappresentante della commissione europea, dottor Cumer, abbia giudicato un buon risultato la percentuale di risorse del FSE impiegate e abbia apprezzato l’accento da me posto sulla volontà di legare la formazione agli sbocchi occupazionali e gli sforzi compiuti per l’inclusione sociale dei soggetti deboli. Dal referente della commissione sono arrivati giudizi positivi anche sulla logica della decurtazione delle risorse qualora non venissero raggiunte le previsioni occupazionali dei corsi perché questa scelta, ci ha detto, corrisponde e a una logica di performance e supera quella della mera attività e la commissione europea non può che rallegrarsene. Dal rappresentante della commissione europea è stata condivisa inoltre anche la scelta di puntare sulla comunicazione, in quanto è indispensabile che si riescano a comunicare i risultati e che l’Europa sia percepita vicina ai cittadini”.

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