Genova. “Siamo preoccupati. Proviamo con questo incontro ad argomentare le ragioni per difendere l’Ilva ma siamo pronti a mobilitarci”. Così il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro al termine del convegno organizzato dai metalmeccanici genovesi della Cgil insieme al centro di documentazione Logos sulla storia della siderurgia con focus sullo stabilimento di Cornigliano riassume la preoccupazione dei lavoratori genovesi dell’Ilva circa il futuro del sito genovese. L’incontro ha visto gli interventi di Claudia Cerioli della Fondazione Ansaldo, di Mario Caprini del centro di documentazione Logos e del sindaco di Genova Marco Doria chiamato in qualità di storico dell’industria.
“Anche la storia, così come la ha delineata bene il sindaco di Genova – dice Manganaro – dimostra che è lo Stato ad intervenire nei momenti di difficoltà per rilanciare la siderurgia, come è avvenuto alla fine dell’Ottocento e negli anni Trenta. E’ vero che oggi la situazione è resa più complicata dall’attività della procura e dai vincoli posti dall’Europa, ma il Governo non può limitarsi a pensare di vendere scaricando senza investire per salvare questo pezzo di industria. E se sentiremo parlare di esuberi o di riduzioni del salario noi a Genova ci mobiliteremo.Confidiamo che lo faranno tutti i lavoratori degli stabilimenti Ilva d’Italia”.
L’apprensione dei lavoratori dell’Ilva è acuita dalle poche informazioni che sono circolate in questi mesi mentre si avvicinano, nonostante le proroghe le scadenze ufficiali: il 23 giugno per la presentazione dei piani industriali da parte delle cordate (le cui composizioni non sono ancora ufficiali, così come ufficialmente nulla si è detto su dove si posizionerà cassa depositi e prestiti) e il 30 per la scelta da parte del Governo. In tutto questo nessun confronto a livello nazionale si è avuto tra Governo, commissari e sindacati e le voci, assolutamente ufficiose, piani che conterranno almeno 4 mila esuberi.