Pietra Ligure. Mare invaso da plastica. Sacchetti, bottiglie, bicchieri, mozziconi di sigaretta. Frantumati in piccoli pezzi o ben visibili e galleggianti. Appaiono soprattutto dopo le piogge alle foci di torrenti e fiumi, rovinando il paesaggio costiero, le spiagge, rappresentando la principale fonte di inquinamento marino. Per affrontare e risolvere il problema, la Regione Liguria e i partner Comune di Pietra Ligure, Arpal, Olpa-Osservatorio Ligure Pesca e Ambiente, Liguria Ricerche e Legambiente Liguria hanno lavorato tre anni, grazie al progetto europeo Life-Smile, nel comprensorio del Torrente Maremola, affacciato sul Santuario dei Mammiferi Marini Pelagos, con i comuni di Pietra Ligure, Tovo San Giacomo, Magliolo e Giustenice, in Liguria.
I risultati delle azioni sviluppate in questi tre anni sono stati presentati oggi a Roma. Tra le eccellenze del progetto “Trashpic”, la prima applicazione europea elaborata da Olpa in collaborazione con Coop.19, per segnalare la presenza di rifiuti sul territorio ed arrivare alla celere rimozione. Elaborata, testata e diffusa in questi ultimi due anni ha ricevuto 145 segnalazioni georeferenziate di rifiuti abbandonati dai cittadini che hanno visto l’intervento delle aziende che gestiscono la raccolta, collegate on line/on demand/ per la loro rimozione.
“Affrontare il problema dei rifiuti in mare – dichiara l’Ass. all’Ambiente della Regione Liguria Giacomo Giampedrone – non può prescindere da coinvolgere: il mondo della pubblica amministrazione a diversi livelli per attivare politiche di prevenzione e gestione del fenomeno; il mondo scientifico per una conoscenza approfondita; l’intera società civile perché è necessario cambiare i modelli di consumo rendendoli più sostenibili e responsabili e aumentare la consapevolezza che l’ambiente marino costiero è una risorsa e va preservata con un impegno attivo di ciascuno di noi”.