Sanremo. “Un disco lo si ascolta da soli. Ad un concerto invece lo si fa tutti assieme e l’emozione si amplifica, sia per chi è tra il pubblico sia per chi fa la musica: per me ogni live è una goduria pazzesca”. Con Antonello Venditti all’Ariston per il suo “Tortuga tour” si è potuto ridere, piangere, cantare e ballare. con le immagini di Dalla, Pino Daniele, di Falcone e Borsellino nell’anniversario della strage.
L’Ariston come una bomboniera dove il pubblico ascolta i brani in scaletta composto sino a quando non è lo stesso Antonello Venditti a far capire che si può anche ballare sulle note di Che fantastica storia è la vita o In questo mondo di ladri canzone questa che, cantata a Sanremo, ha suscitato anche un po’ di ilarità.
Un concerto decollato alle 9.25 che ha accompagnato il pubblico dai 20 ai 70 anni a riscoprire la storia musicale non solo di Venditti ma dell’Italia. Azzeccata la scelta delle foto che vengono proiettate sul grande schermo del cinema teatro sanremese così come il gioco di luci che illumina platea e palco dove al centro c’è sempre il cantautore romano che all’inizio dello show irrompe col suo immancabile cappello nel buio più totale. Tra quelle immagini ci sono anche le manifestazioni del 1968 con la grande rivoluzione italiana del Dopoguerra, Roma in tutta la sua bellezza con il Cupolone di San Pietro, i suoi monumenti. Una marcata voglia di far capire ancora che è quella la capitale d’Italia e che dobbiamo sentirci un po’ più italiani. E che dire quando nel finale tutto il pubblico ha cantato con Venditti “Grazie Roma” tra luci giallorosse, l’inno della squadra di Francesco Totti, personaggio molto amato dal cantautore romano ricordato in uno stralcio della storica e bellissima Giulio Cesare modificata apposta per lui?