Cronaca

Dal Pakistan alla Libia fino a Ventimiglia, la storia di Raham

Dal Pakistan alla Libia fino a Ventimiglia, la storia di Raham

Ventimiglia. “Vi prego non mi riprendete con la telecamera, non voglio che mio papà mi veda così”. Non si nasconde dai giornalisti per paura che una sua immagine, catturata all’improvviso, possa finire nelle mani della polizia, Raham Attiqur: non ha nulla da nascondere a nessuno fuorché a suo padre. “Se mi vedesse in TV o su internet si rattristerebbe a vedere come si è ridotto suo figlio”, dice.

30 anni compiuto l’8 marzo, Raham è in Italia –  dove è arrivato a bordo di un barcone – dieci anni, ma ancora i documenti per vivere in regola sul territorio italiano non li ha e allora, visto che qua ormai lavoro non riesce a trovarne più, ha deciso di tentare la fortuna e raggiungere la Francia. La sua metà è Parigi.

“Sono in Italia da dieci anni”, racconta Raham, “Vivevo a Carpi, vicino a Modena, e lavoravo come operaio in una fabbrica”. Tre anni di contratto regolare, poi sempre “meno in regola”, dice: “Ho lavorato sempre in nero fin quando la fabbrica non ha chiuso. Perché ora, in Italia, di lavoro ce n’è sempre meno”.

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