Savona. “Non amo i ‘botta e ribotta’, ma un minimo di precisazioni si rendono necessarie”. Antonio Arecco, candidato alle amministrative di Savona con la Lega Nord, risponde alle ultime dichiarazioni del presidente di Ata Sara Vaggi apparse sui media.
“E’ indubbio che il tema della partecipata comunale, in questi cinque anni, abbia tenuto banco come non mai, in merito ai propri bilanci, ai rapporti interni con i lavoratori, ai licenziamenti, alla qualità del servizio offerto, alla politica aziendale, alle polemiche sorte per servizi più accurati prestati per una specifica zona della città e altro ancora. A seguito della nota vicenda del licenziamento di due lavoratori impegnati anche a livello sindacale, all’epoca mi ero addirittura offerto di garantire il patrocinio legale gratuito ad entrambi, estendendo successivamente la proposta anche a tutti coloro che, all’interno dell’Azienda, lo avessero ritenuto utile e necessario. Molti dipendenti, da tempo, in maniera riservata, mi segnalavano e continuano a farlo a tutt’oggi, di un clima aziendale molto differente rispetto a quello idilliaco raccontato dai vertici. Ma tale tutela, nel tempo, dovrà necessariamente estendersi in maniera ulteriore, anche alla luce delle recenti norme in materia di assunzioni, licenziamento e lavoro, portate avanti da ‘un governo reazionario come quello di Renzi’”.
“La partecipata conta oltre 300 dipendenti, distribuiti in vari cantieri sparsi per la provincia ed oltre. Una buona parte di questi lavoratori, non condivide la politica di fare uscire, ad orologeria, comunicati che non si sa mai chi li abbia scritti e perché debbano essere costantemente rivolti contro il consigliere Arecco della Lega Nord. Per esempio, una buona parte di coloro che hanno firmato la recente missiva, si dice 160 lavoratori, ‘parrebbe che non sappia neanche chi sia questo fantomatico politico savonese e neppure che cosa faccia, o dica, però, qualcuno ha spiegato loro che costui ce l’avrebbe con tutti i lavoratori e che, se venisse eletto vice sindaco, chissà cosa farebbe all’azienda’. Un’altra parte, confidandosi con i colleghi, rivela invece che, molti di coloro che hanno firmato, non siano di Savona ed altri ancora che molte delle firme apposte, non siano neanche riconoscibili. Insomma un ‘bailamme’. Il tutto avviene all’interno di un’azienda pubblica, che riceve tanti soldi dei cittadini e che dovrebbe occuparsi solo di fare bene il proprio mestiere: garantire la pulizia della città. Invece, i vertici aziendali non disdegnano di schierarsi apertamente, appoggiando propri candidati, perseverando nel dimenticarsi che, chi ricopre un ruolo di pubblico di amministratore, dovrebbe astenersi da tale pratica”.