Imperia. Presidi, scioperi e cortei. Ma la domanda che si pongono i lavoratori del pastificio di via Schiva a Oneglia é un’altra: “Che fine faremo?” E hanno ragione a chiederselo visto che le risposte di Colussi non sono mai state chiare. “Lo spezzatino e il trasferimento dei volontari a Fossano può ancge essere accolto, ma ci vogliono garanzie e niente accordi spazzatura”. Al corteo del pomeriggio c’erano anche diversi consiglierki comunali, in testa il presidente del consiglio Diego Parodi:”Portiamo la nostra solidarietà, ma anche la nostra chiara pressione su Colussi. Qui non fará nulla di strano. Imperia ha già pagato troppo, anche le famiglie degli operai. Oggi siamo tutti agnesini”.
All’orizzonte ci sono nuovi incontri proprio per affrontare la questione del futuro dello storico stabilimento. Un’occasione per affrontare i problemi della ristrutturazione dell’intero Gruppo e si parlerà anche dell’ipotesi di trasferire la produzione di pasta da Imperia a Fossano. Da settimane i sindacati sperano di ottenere maggiori chiarimenti sulle proposte alternative del Gruppo Colussi per reimpiegare i dipendenti imperiesi, dopo la definitiva interruzione della produzione di pasta, prevista per fine anno, con il previsto trasferimento delle linee produttive nello stabilimento di Fossano, in provincia di Cuneo.
“A febbraio – ricordano i delegati sindacali – i vertici aziendali avevano annunciato l’intenzione di trasferire da Imperia a Fossano la produzione della pasta, fornendo alternative al momento rimaste ancora molto “fumose” per il sito imperiese: creazione di un museo della pasta e di un centro di ricerca e sviluppo della qualità; avvio della produzione di sughi per fornire un primo piatto completo; accordi con ditte del territorio per la produzione di pasta fresca; mantenimento in va Schiva di una linea produttiva di “alta qualità”. Si tratta di ipotesi che, fino a questo momento, non sono suffragate da alcuna certezza – avvertono i delegati sindacali – Proprio per questo lasciano l’amaro in bocca e non servono a mitigare la preoccupazione dei dipendenti diretti e anche di quelli dell’ indotto del pastificio di Imperia”.