LA SPEZIA – Sono i Piccoli Amici della classe 2008 il fiore all’occhiello della Scuola calcio del Vecchio Levanto, per quanto riguarda questa stagione calcistica 2014/16, che sta ormai per andare agli archivi. Terzi al Torneo della Pianta, ma soprattutto primi sia a quello di Brugnato che al Memorial “Arzà” di Ceparana, i piccoli biancocelesti hanno confermato pure a livello di risultati quanto di buono hanno mostrato nel corso dell’annata sul piano del gioco. Ottimo nel contesto, dunque, il lavoro degli stessi tecnici Emiliano Defilippi e Lorenzo Germano sui seguenti effettivi: Alessandro Agata, Gabriele Anselmi, Luigi Arpe, Marco Bagnasco, Alessandro Baudone, Diego Bertolotto, Alessandro Callo, Izet Aliaj, Filippo Casabianca, Federico Colla, Edoardo Defilippi, Edoardo Germano, Jacopo Germano, Andrea Lauretti, Giulio Piropi, Federico Poli, Nicola Rezzano, Manuel Sighinolfi, Jacopo Spora.
Buona la tenuta nel corso dell’anno “sportivo” pure delle tre annate dei Pulcini, con quelli 2005 allenati da Mario Lagaxio e Andrea Daneri, quelli 2006 gestiti da Andrea Solari e Domenico Giorno e quelli 2007 preparati da Luca Leonardini e Giovanni Accattino; mentre i pochi bambini di leva 2009 e 2010 sono stati “convogliati” (con buoni frutti) tra gli stessi Piccoli Amici 2008. Più problematica la gestione delle due annate di Esordienti, 2003 e 2004, curata da Riccardo Scopesi e Paolo Meregoni.
«Il problema più grosso – spiega il Responsabile della scuola Luca Beccarelli – con tutto il rispetto per quanto tutti questi fanciulli hanno espresso, in un bacino “calcistico” di un comune piccolo come il nostro, non può che essere quello di mettere insieme le prime squadre che giocano a 11 elementi in campo…e dunque ecco che i bimbi del 2004 a disposizione li abbiamo messi insieme a quelli del 2003, per numericamente integrare appunto una squadra che partecipasse a quel campionato degli Esordienti più “anziani”, che appunto è il primo a undici. Ne è risultata una compagine che data l’età media ha fatto anche troppo ed è sotto questo genere d’aspetto che, nell’immediato futuro, dovremo lavorare in particolar modo. Il “vivaio” non deve smettere di crescere».