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Gsl, parlano i chirurghi: “Nulla da invidiare ai centri piemontesi e lombardi, chiuderci un danno”

Gsl, parlano i chirurghi: “Nulla da invidiare ai centri piemontesi e lombardi, chiuderci un danno”

Albenga. “I sottoscritti Chirurghi che prestano la loro attività presso il Centro di Chirurgia Ortopedica dell’Osp. S. Maria di Misericordia ad Albenga, preso atto delle determinazioni della Regione Liguria volta alla cessazione dell’attività del centro stesso, tengono a far presente come tale decisione possa essere gravemente pregiudizievole non solo nei confronti del personale cola’ impiegato ma soprattutto nei confronti dei Pazienti e del territorio da cui gli stessi provengono”. Inizia così l’avvertimento che i medici impegnati nel reparto di Ortopedia ad Albenga lanciano alla Regione Liguria, dopo la decisione di chiudere la collaborazione con Gsl.

“Dall’apertura del reparto, avvenuta 5 anni fa – ricordano i medici – molti professionisti liguri, che operavano in strutture del Piemonte e della Lombardia, sono ritornati a prestare la loro attività nella regione di origine, consentendo ai Pazienti Liguri (ormai più di 10.000!) di essere operati vicino a casa ed evitando agli stessi e alle loro famiglie costi e disagi. Nel contempo si è venuto a costituire un vero e proprio centro di alta qualificazione in un ospedale della Liguria, che non ha nulla da invidiare ai più blasonati centri piemontesi e lombardi; e noi che abbiamo operato in questi luoghi possiamo bene garantire che sia per qualità e professionalità del personale e per i risultati ottenuti (e certificati da indicatori e audit riferiti), le prestazioni offerte nel centro Albenganese sono di livello almeno equivalente se non superiore ai centri succitati”.

Da qui l’avvertimento: “Sarebbe una grave perdita per la comunità ligure, per il suo territorio e per i malati, se tale realtà dovesse scomparire, e se i medici liguri e i Pazienti liguri dovessero nuovamente ricorrere a strutture di altre regioni. Facciamo quindi appello alle forze politiche locali e Regionali, all’Assessorato alla Salute e a quanti vorranno assicurarci il loro appoggio, perche questa realtà lavorativa, scientifica, di buona sanità che si è creata nella nostra regione, non venga meno, ma possa essere implementata, eventualmente correggendo problemi e storture, se ce ne sono stati, senza tuttavia perdere un patrimonio al servizio della popolazione e dei malati della Nostra Regione”.

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