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I‐Lavet, pronto a partire il primo ultra trail sull’Alta Via dei Monti Liguri

I‐Lavet, pronto a partire il primo ultra trail sull’Alta Via dei Monti Liguri

Liguria. Ha il sapore di un’avventura epica, un viaggio nel cuore dell’entroterra ligure, una regione che tra le sue vallate nasconde un ambiente ancora incontaminato e un passato ricco di storia e cultura che si tramanda tutt’oggi tra i vicoli e nelle piazzette dei borghi abitati che i concorrenti attraverseranno ogni giorno.

Si chiama I‐Lavet ed è il primo ultra trail che si correrà sull’Alta Via dei Monti Liguri dal 18 al 25 giugno prossimi. Il percorso è lungo 390 chilometri con circa 14.500 metri di dislivello positivo e negativo.E’ il trail più lungo d’Europa” conferma Roberto Giordano, podista che ha già percorso l’Alta Via e che è oggi co-organizzatore dell’evento che si appoggia in tutto e per tutto ad un’altra manifestazione che si svolge in contemporanea sullo stesso percorso e che è ormai giunta alla quinta edizione, l’Alta Via Stage Race in mountain bike. Campi base, punti ristoro, marshal, medici, apripista, tutta la macchina organizzativa e il piano sicurezza è pronta e collaudata e questo è un elemento di grande fiducia e tranquillità per l’organizzazione e tutti i partecipanti.

Questo lungo tragitto è suddiviso in otto tappe, da Est ad Ovest della regione e tocca le province di La Spezia, Genova, Savona e Imperia”, spiega Vanessa Chiesa, project manager dei due eventi. “Saranno impegnati 270 volontari per 8 giorni di gara con una selezione di circa 30 runners a questa prima edizione di I-Lavet e 100 bikers alla quinta edizione dell’Alta Via Stage Race, in arrivo da 15 paesi d’Europa”. Testimonial d’eccezione di I-Lavet un veterano delle ultra, il cuneese Marco Olmo, “l’uomo che ha fermato il tempo”, campione capace di partecipare a ben 25 Marathon des Sables. “Marco sarà presente il 22 giugno sera al briefing di tappa per dare un in bocca al lupo speciale a tutti i runners e l’indomani prenderà il via alla One Day da Pian dei Corsi a Pian dell’Arma”, racconta Roberto Giordano.

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