LA SPEZIA – «Missione giovani» è il tema di una intensa settimana programmata alla Spezia dalla Pastorale giovanile diocesana e da quattro parrocchie del centro cittadino. Il via è stato dato, ieri sera, con la festa finale di due attività dei mesi scorsi: i “Sabati della carità” e i “Venerdì del vescovo”. Si andrà avanti sino a sabato prossimo 18 giugno, quando, in piazza del Bastione, ci sarà alle 21 una festa per tutti i giovani della città e della provincia, con spettacoli e musica. I “Sabati della carità” rappresentano un singolare “esperimento” pastorale avviato da alcuni anni dalle parrocchie di Santa Maria Assunta, di Santa Rita, del Sacro Cuore di Gesù e della cattedrale di Cristo Re, e rivolto ai ragazzi del “dopo Cresima”. Troppo spesso, infatti, il momento della Cresima, che pure dovrebbe portare ad una più forte e matura testimonianza cristiana, viene vissuto come punto conclusivo dell’educazione religiosa, ridotta così a mera “sacramentalizzazione”, quando invece dovrebbe essere permanente, crescendo nelle varie età della vita e coinvolgendo in modo armonico tutta la persona: mente, cuore e vita. Così, spesso, si trova a fatica un ritaglio di tempo per la lezione di catechismo, ma non per partecipare in modo attivo alla Messa, mentre poi si dimentica del tutto l’aspetto comunitario, l’esercizio dell’amore reciproco. Proprio di qui è nato il gruppo del “dopo Cresima”, che riunisce ragazzi e ragazze che spesso hanno anche compiuto un cammino comune in una stessa scuola: non a caso, gran parte di questi ragazzi ha frequentato la scuola paritaria cattolica “Pia casa di misericordia” dove, oltre all’attività culturale, si cura bene quella spirituale, con incontri e con giornate passate insieme, alla Spezia come a Quercianella, in Toscana. La scuola delle Figlie della carità diventa così, anche dopo la Cresima, il punto di aggregazione di ragazzi e di ragazze che già sono diventati amici sui banchi della scuola. A ciò si unisce ora la dimensione caritativa: a gruppi, accompagnati dai loro educatori, i ragazzi incontrano per strada le persone meno fortunate, i cosiddetti “barboni”, ai quali donano non solo qualche genere di conforto ma, soprattutto, tempo e amicizia. Ragazzi e ragazze, così, crescono ancora in un cammino di vera maturità umana e cristiana, e sentono nel cuore il desiderio di comunicare ad altri la loro gioia e i loro ideali. La festa finale di ieri sera ha visto uniti con loro, nella scuola di scalinata Quintino Sella, anche i giovani protagonisti nei mesi scorsi dei “Venerdì del vescovo”, gli incontri mensili alla “Cittadella della pace” di Pegazzano dove si parla un po’ di tutto, ed in particolare del senso della vita nel contesto di oggi. Sempre ieri, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha conferito il “mandato” della diocesi ai giovani, compresi quelli che andranno a fine luglio a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù. La settimana, però, è appena iniziata. Da oggi a mercoledì 15 giugno, per quattro pomeriggi e sere, nei locali e nelle piazze del centro cittadino i giovani tornano a farsi sentire, mettendo subito in pratica il “mandato” appena ricevuto: è una nuova fase della “pastorale di strada” già sperimentata con successo nella “notte bianca” della vigilia di San Giuseppe. Chi li incontra, potrà fare insieme a loro, a prescindere dalla propria età, una parte di cammino per crescere … insieme. Giovedì, venerdì e sabato prossimi ci saranno poi, alle 21, tre incontri di riflessione, nell’ordine alla “Pia casa”, in Santa Maria Assunta e, come detto, in piazza del Bastione.
Sempre attuale il pensiero e l’opera di padre Taddei
A dieci anni dalla scomparsa, il gesuita padre Nazareno Taddei viene ricordato domenica prossima 19 giugno a Roma, durante l’assemblea del Centro internazionale dello spettacolo e della comunicazione sociale, da lui fondato insieme alla rivista Edav. Sarà poi il suo confratello padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, a ricordarne la figura e l’opera nel corso della Messa di suffragio celebrata alle 17.30 nella cappella della Radio vaticana. Una Messa verrà celebrata lo stesso giorno alle 11 anche alla Spezia, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù. A Spezia infatti il ricordo di padre Taddei è sempre molto vivo, dopo che proprio qui, per tanti anni, ha avuto sede il suo centro operativo. E’ stato del resto davvero grande l’apporto dato da padre Taddei nel campo dei media, soprattutto nell’impegno educativo volto a sviluppare la capacità di una seria lettura critica. Ed è significativo che al festival del cinema di Venezia un premio a lui dedicato ne ricordi ogni anno il notevole contributo.
La festa di Sant’Antonio a Gaggiola
Anche quest’anno il programma dei festeggiamenti per Sant’Antonio, alla Spezia nel santuario di Gaggiola, si sviluppa per più giorni, sino alla tarda sera di domani. Si intende così consentire ai numerosi devoti del santo di Padova di recarsi a fargli festa presso il Santuario a lui intitolato, partecipando alle manifestazioni sia liturgiche che popolari in suo onore. La Messa principale della festa è quella del pomeriggio del 13 alle ore 18. Sarà celebrata, come ogni anno, dal vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti. Parteciperà alla celebrazione il clero delle Parrocchie limitrofe. Ma alla Parrocchia di Fossitermi, che è quella cui appartiene il Santuario, viene riservata la Messa delle ore 16. Mentre la celebrazione ultima del giorno, quella delle ore 21, sarà presieduta dal Ministro provinciale dei frati francescani, custodi del Santuario. Nel pomeriggio del 13 e dei due giorni precedenti, fino a tarda sera si svilupperanno le manifestazioni tradizionali della cosiddetta “Sagra di S. Antonio”. Manifestazioni che favoriscono gli incontri delle famiglie, di gruppi di amici che si danno appuntamento a Gaggiola per usufruire di una serata di sana allegria, con servizio garantito al coperto, banco gastronomico molto vario, mercatino missionario e pesca di beneficenza. Ma i veri protagonisti della festa sono sempre i bambini. A loro viene riservata una particolare benedizione al termine di ogni celebrazione. Le loro mamme e, soprattutto, le loro nonne li affidano alla protezione del santo dell’innocenza e della gioia, consapevoli che la difesa di certi valori dell’infanzia, invasa com’è e minacciata anche dagli stessi strumenti tecnologici, sta diventando sempre più problematica. Mentre i frati guidano prevalentemente la parte religiosa e liturgica, i laici della Fraternità francescana, le Signore animatrici della Mostra missionaria e le centinaia di giovani della Associazione di volontariato “San Francesco” si fanno carico del servizio esterno della festa, che si svolge sulle piazze circostanti. Tutto questo festoso movimento di gente che sale al Santuario e di giovani che l’accolgono è finalizzato alla carità di Sant’ Antonio, il santo dei poveri, dei malati, dei bambini abbandonati. Infatti un po’ dovunque nel mondo si sono sviluppate innumerevoli iniziative di solidarietà, che vanno sotto il nome di “pane di Sant’ Antonio”. Il segno di questo amore senza confini è appunto il piccolo pane benedetto, che viene offerto a tutti, come impegno a lasciarsi coinvolgere nella sofferenza dei poveri.