Genova. Sono già trascorsi otto giorni da quando è stato istituito il presidio, in via Caprera a Genova, dei 21 lavoratori del Centro Sportivo Champagnat chiuso dal 31 maggio scorso. Ventiquattr’ore su ventiquattro i dipendenti si danno il cambio per manifestare contro la decisione dei Fratelli Maristi.
I genovesi solidali si fermano al presidio. Chi porta una bottiglia d’acqua, chi un pacchetto di biscotti, chi, alle cinque del mattino apre il bar e porta caffè caldo. “Una Genova inaspettata – spiegano i lavoratori – che non vuole accettare una decisione iniqua ed inopportuna, consigliata solo da chi potrebbe trarne vantaggio personale”. Una protesta per la chiusura di un impianto polo di aggregazione del quartiere e delle zone limitrofe “che non potrà mai risorgere sotto l’etichetta di una multinazionale”.
Sul piano sindacale Cgil, Cisl, Snal, dopo la rottura delle trattative per “l’ignobile offerta” dei Fratelli Maristi (7 mensilità e pietra tombale sulla vicenda senza un futuro garantito) sono in attesa della convocazione alla Direzione Provinciale del Lavoro, che deciderà sulla vicenda.